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domenica 22 aprile 2018

4 Gen 2013

“Maigret e l’omicida di rue Popincourt”(Maigret et le tueur)di Georges Simenon-Adelphi 2011

Scritto da Giuseppina La Ciura
C’è un bel calduccio in casa Pardon e il boeuf bourguignon preparato dalla padrona di casa è un manicaretto raffinato e delizioso. Ma il dottor Pardon, amico di una vita di Maigret, appare  stanco , scoraggiato e pessimista.. Il lavoro di medico, che per lui è una missione, si sta trasformando sempre più in un  fatto burocratico  e “la medicina in una grande macchina che eroga cure, più o meno adeguate”* Per tirare su l’amico, Maigret parla di banalità e di cucina, quando arriva ad interromperli un “italiano”,un certo Pagliati che ha un negozio lì vicino  in rue Popincourt . Agitatissimo, parla di un’emergenza:un giovane è stato pugnalato proprio sotto i suoi occhi e quelli della moglie. Ora giace sul marciapiede, forse ferito a morte. Pardon e Maigret si precipitano in strada, sotto una pioggia battente, ma non c’è nulla da fare. Il ragazzo è morto, accoltellato. All’apparenza, sembra un caso di nessuna importanza, ma la situazione cambia quando si scopre che il morto è Antoine Batille, il figlio di un ricchissimo imprenditore di profumi. Antoine è un ragazzo riservato,timido, ribelle(il romanzo è del 1969). Ha una sola passione:  registrare con un piccolo apparecchio le conversazioni di perfetti sconosciuti nei quartieri più popolari e malfamati di Parigi. All’inizio, Maigret pensa che l’assassinio sia legato a questo hobby, ma si ricrederà presto. C’è ben altro.
E’ a questo punto che il poliziesco cede il posto al roman dur.  L’assassino è un uomo malato, che ha ucciso e vive nel terrore di uccidere ancora. Telefona a Maigret, cerca di spiegarsi, di giustificarsi, di esprimere le sue paure. Maigret lo ascolta come farebbe un medico, un confessore,un fratello, lo comprende, vorrebbe aiutarlo, guarirlo. Ma Maigret è sempre un poliziotto al servizio della Giustizia. E la Giustizia umana è quella che sappiamo.
“Maigret e l’omicida di rue Popincourt” non è una delle migliori opere con il  grande Commissario. Il passaggio da una vicenda di ladri d’appartamenti e di ville di campagna all’assassino psicopatico è troppo brusco,il tema del criminale  dal volto umano non è originale nè nuovo , perchè Simenon l’ha trattato più volte(potrei spingermi a dire che quasi tutti i suoi assassini sono umani), il ritmo narrativo è più lento del solito e lo scrittore sembra desideroso solo di deporre la penna. Ha scritto e vissuto tanto!
+ cfr 10 

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