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domenica 29 aprile 2018

22 Giu 2017

“Violette nei capelli”di Carlo Ludovico Bragaglia-1941

Scritto da Giuseppina La Ciura
Nel 1941, mentre infuriava su tutti i fronti la  Seconda Guerra Mondiale, a Cinecittà, Carlo Ludovico Bragaglia girava “Violette nei capelli”. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Luciana Peverelli, numero due dopo l’inarrivabile Liala del Romanzo Rosa di quegli Anni. Alla sceneggiatura parteciparono ,oltre Bragaglia e l’autrice, Raffaello Matarazzo(un nome,una garanzia), Silvano Castellani ed Alessandro De Stefani(autore di “La crociera del Colorado”Palmina n 35 e “Il pilota della notte”Palmina n 120). Con una simile squadra di sceneggiatori tutto lasciava prevedere che il film avrebbe avuto una trama di vera eccellenza. Invece, essa  è di una banalità irritante( specie se si pensa che si era in guerra e che guerra!).Ad aggravare la situazione concorrono le tre attrici principali: Lilia Silvi(Carina), Irasema Dilian(Oliva)e Carla del Poggio(Mirella).Sono tre fanciulle bellissime, dal volto pulito, dai riccioli d’oro ma che non sanno cosa sia recitare.
Carina è una povera orfanella che abita con una megera che fa la sarta. Ella insegue un sogno: divenire un’altra  Eleonora Duse. Al piano di sopra vivono con il padre musicista le sorelle Mattei: una,Oliva, danza,l’altra ,Mirella,è una sportiva(si sa che con Mussolini le donne dovevano fare sport il che non è affatto sbagliato).Le tre fanciulle divengono amiche per la pelle e si aiutano a vicenda:o meglio,è Carina che sgobba per le altre due. I giorni felici durano però poco.Il signor Mattei muore improvvisamente. Le ragazze devono quindi rimboccarsi le maniche e trovarsi un lavoro. Mirella diventa maestra di ginnastica in un collegio, Carina cuce ed Oliva …sviene. Invaghitasi pazzamente del direttore d’orchestra regolarmente sposato, gli si concede senza remora alcuna. Aspetta quindi un figlio che lascerà a Carina per danzare come prima ballerina al Comunale di Bologna.* .Carina “recita” in “Come le foglie ” di Giacosa in una compagnia di dilettanti(tra cui primeggia Carlo Campanini), ma ha buona sorte di incontrare un ingegnere minerario,tal Giuliano,( interpretato dal bel Roberto Villa,idolo delle ragazzine del tempo)che le offre un altro ruolo,quello di moglie e madre.Bacio finale? No, neanche quello!
*E’ ovvio che le giovanissime spettatrici cui il film è dedicato non videro né la scena dell’amplesso proibito né quella del parto.Nel Cinema dei telefoni bianchi una ragazza sviene e nella sequenza successiva  un bel bambino biondo gioca nel box
** Lilia Silvi, di cui nel dopoguerra si sono perse le tracce, era sposata con il calciatore Luigi Scarabello che nel film aveva una piccola parte( Giorgio Landi). 

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