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domenica 29 aprile 2018

19 Mar 2017

“L’età vittoriana nella letteratura”(“The Victorian Age in Literature”)di G.K. Chesterton -Adelphi, 2017

Scritto da Giuseppina La Ciura
Gilbert Keith Chesterton(1874-1936) è famoso per aver creato uno dei detective più affascinanti della Letteratura Poliziesca, degno di stare accanto ad Auguste Dupin, Sherlock Holmes o Philo Vance,: l’immortale Padre Brown. Ma Chesterton  fu anche poeta, filosofo, saggista, giornalista, biografo, romanziere, autore di novelle. In questo libro pubblicato da Adelphi lo conosciamo nelle vesti di critico letterario e di polemista. Inconsapevole ultimo dei Vittoriani-in quanto scrittore eccelso- ,egli affronta senza complessi di inferiorità,anzi con piglio autoritario ed autorevole, i grandi della Letteratura Vittoriana di cui dà giudizi graffianti, a volte impietosi,ma sempre originali, acuti e spesso paradossali e divertenti.Il saggio  è tutto un fuoco d’artificio e va letto e meditato. E anche non può non strappare una sincera risata soprattutto quando Chesterton affronta le vittoriane Emily e Charlotte Bronte che ,secondo lui, non capirono niente degli uomini(che si chiamano Heathcliff e Rochester…..)o il pittore Dante Gabriele Rossetti “che non spiccò in nessuna arte e ..questo che ne decretò il successo”. Profondamente religioso, egli si commuove per i grandi malati: Elizabeth Barrett, Oscar Wilde nella “Ballata del carcere di Reading” e Robert Stevenson-”un gigante nel romanzesco”.
Per Chesterton L’Età Vittoriana si chiude con Kipling.
” Quanto ai fatti, non può esserci dubbio alcuno :l’imperialismo di Kipling era lontano tanto dalla cautela quanto dall’idealismo dei vittoriani….Il mondo fu pervaso dallo scalpitio di forze totalmente nuove; l’oro fu avvistato da lontano con una sorta di cinico romanticismo;i cannoni aprirono il fuoco sull’Africa;e la grande regina morì”*
* cfr pag 203. Il traduttore è il grande Paolo Dilonardo

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