8
Gen
2018
“Morbide guance”di Natsuo Kirino, Neri Pozza,2017

Così comincia questo romanzo tra il noir e il giallo psicologico che affronta una delle più grandi tragedie dell’esistenza: perdere una bambina e continuare a cercarla, tra la speranza folle e la disperazione più nera. La Kirino precipita il lettore nel cuore di questa tragedia che molti,specie donne, hanno vissuto e vivono. Lo fa con toni tipicamente orientali. Niente lacrime, scene madri, gesti estremi. Kasumi ,dignitosa e forte,non si dà per vinta.Lascia il marito, troppo debole e realista,e l’amante Ishiyama tra le cui calde braccia si trovava mentre Yuka usciva da sola nel bosco e percorre tutte le strade che possono portarla alla sua bambina. La Polizia,la televisione di stato,i veggenti, i detective privati non sono però in grado di aiutarla.
Dopo quattro anni di inutili ricerche, le telefona Utsami,un ex poliziotto. L’uomo è malato terminale di cancro. Ha paura di morire e vuole occupare la mente e il tempo che gli resta in un’opera di grande umanità. Si offre a Kasumi come compagno di viaggio alla ricerca della verità. Sarà per i due un viaggio a ritroso che porterà l’uomo a morire a Otori,nella locanda da dove è fuggita Kasumi per vivere ed affermarsi a Tokyo. Sono settimane terribili in cui si alternano in entrambi momenti di lucidità ed altri di delirio.Da questi incubi e sogni vengono fuori verità alternative, diverse, logiche ed illogiche.
Inquietante.
Nessun commento:
Posta un commento