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domenica 29 aprile 2018

31 Dic 2016

” La seconda vita di Naoko”(” Himitsu”,1998) di Higashino Keigo-Baldini Castoldi Delai, 2006

Scritto da Giuseppina La Ciura
La narrativa poliziesca giapponese ha una grande storia e tradizione. Può contare su autori di assoluta eccellenza e su un vasto pubblico di lettori colti e fedeli. Eppure in Italia raramente(eufemismo!) si pubblicano polizieschi nipponici dato che le case editrici nazionali si dedicano solo a testi anglosassoni(più inglesi che americani). Al tempo del grande Orsi nella collana mondadoriana apparvero  opere di grandi autori come Matsumoto,Natsuki,Togawa,Yokomizo. Nel 2000 fu pubblicato “La filastrocca dell’assassino” di Higashino Keigo. Poi,il silenzio tombale.
Non so perché,ma dopo “L’impeccabile” (un grande romanzo della Camera Chiusa) ho deciso di finire il 2016 andandomene in Gia ppone per un altro Higashino. Si tratta di “La seconda vita di Naoko” che Paola Scrolavezza tradusse per Baldini Castoldi Delai nel 2006 …dall’inglese.
L’ incipit  è semplice ma coinvolgente. In una linda casetta con curatissimo giardino sita nella periferia di Tokyo, vive la famiglia Sugita. Il padre Heisuke è un operaio, la moglie Naoko fa la casalinga,la loro figlioletta Monami undicenne va a scuola.Un giorno di Gennaio, Naoko e Monami partono con uno ski-bus della Daikoku Trasporti per Shibagoken dove intendono partecipare al rito funebre di un cugino. Accendendo la Tv,al mattino dopo un duro turno serale, Heisuke apprende che lo ski-bus è uscito fuori di strada e che le sue donne versano in gravi condizioni all’ospedale. Disperato,il signor Sugita arriva in tempo per vedere morire Naoko ed assistere ad un evento che ha dell’incredibile:la trasmigrazione della sua anima nel corpo della figlia Monami.
Se fossimo in un romanzo di protofantascienza alla Renard o in un’opera di Shirley Jackson, come minimo sarebbero entrati in scena  analisti e scienziati più o meno folli. Ma siamo in Giappone.Heisuku riporta a casa una creatura di sesso femminile che ha il corpo della figlia(di lì a poco avrà persino le prime mestruazioni….)e la coscienza della moglie. La situazione si fa difficile, perché Naoko vorrebbe fare l’amore con il marito ed Heisuke ritiene un simile evento una vera perversione,una mostruosità( e qui l’autore si permette di introdurre dei dettagli che la dicono lunga sulla sessualità nipponica così lontana da quella occidentale in quanto cristiana…)Essendo impossibile l’incesto, Heisuke è attratto dalla giovane maestra di Monami scatenando così  la gelosia di Naoko che a sua volta si innamora di un compagno di scuola di Manomi.Un intrigo che sembra senza via  di uscita. Ma i Giapponesi sanno trovarla in un finale che ricorda un celebre film della Stanwyick(che non citerò)
Come ognuno può vedere, ” La seconda vita di Naoko” non è un poliziesco, ma un romanzo psicologico molto made in Japan  che andrebbe letto per avvicinarsi  ad  una civiltà tanto affascinante  quanto lontana dalla nostra. All’ultima pagina, mi sono persino commossa fino quasi  alle lacrime……
E  da Tokyo Buon 2017 

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