martedì 30 ottobre 2018

" Lettera al mio giudice"("Lettre à mon judge"-1946)di Georges Simenon-Adelphi, 2003
scritto da Giuseppina La Ciura

"Lettera al mio giudice", che  è uno dei capolavori assoluti del grande Belga, fu scritto in Florida nel 1946. Sebbene lo stile sia sempre quello elegante e scorrevole tipico di Simenon, il romanzo è molto complesso. Per certi versi è un'opera tradizionale che si inscrive nella grande corrente del romanzo psicologico francese dell'Ottocento, per altri è un' opera moderna che affronta tematiche nuove e molto sentite in quegli anni come l'amour fou e l'incomunicabilità.
E' anche un romanzo che attinge a piene mani nella biografia simenoniana. A mio parere,attraverso il protagonista, il medico di provincia vandeano Charles Alovoine , Simenon racconta la sua infanzia ed adolescenza dominate dalla figura materna, la monotonia della vita borghese,l'insoddisfazione di un matrimonio routinario,"classico", che viene spezzato dall'entrata in scena di una ragazza sconosciuta(Martine Enghebert nel romanzo, la fatale Denyse per Simenon, donne vere o di finzione che incarnano il sogno dell'amour fou).
Charles Alovoine ha ucciso la sua amante: dopo un processo che l'imputato considera "una commedia" è stato condannato ad una pena lieve(si sa i Francesi hanno un debole per i delitti d'amore). Ma la verità,o almeno quella che per Alovoine è la verità, non è emersa.Ci si è fermati ad aspetti superficiali, ai fatti nudi e crudi. Che un uomo ha strangolato la sua amante che adorava. Dall'infermeria del carcere dove si trova, Alovoine scrive al suo Giudice, ad Ernest Camélieu, uomo che si è sforzato di "comprendre" senza riuscirvi.(ma è proprio così?)
Alovoine vuole raccontare al suo Giudice come da una piccola città di provincia presso Nantes, erede di una famiglia modesta(un padre ubriacone e donnaiolo che si è suicidato con il suo fedele fucile di caccia),si sia trovato a laurearsi in Medicina,ad avere una buona clientela e a sposarsi due volte. Infelicemente. La prima moglie, dolce e sottomessa, è morta dopo avergli dato due figlie -di cui è un padre assente-,la seconda Armande, vedova di un artista russo, si è rivelata autoritaria e soffocante. Poi, una sera di pioggia, a Nantes, incontra par hazard Martine Englebert. E' una "fille paumée" di Liegi(!!),che un gioco erotico in casa di bambine ricche ha reso anorgasmica e viziosa.(mi pare piuttosto esagerato per i nostri tempi,mais...). Martine ha lasciato la sua famiglia a Liegi e si è trasferita a Parigi dove ha vissuto di espedienti e di sesso( pur non essendo una prostituta). E' quella sera di pioggia a Nantes per farsi dare del denaro da un'amica: invece,incontra il dottor Alovoine. E' il coup de foudre.I due,perfetti sconosciuti, passano la notte insieme un un alberguccio: lì, l'uomo scopre la ferita sul pube di lei. Divampa la gelosia. Alovoine è ormai come impazzito. Se la porta con sé,la impone alla madre,alla moglie, alle figlie, ne fa la sua aiutante di studio. Quando Armande scopre la tresca, contraria com'é ai ménage à trois, i due fuggono insieme a Parigi e si rifugiano in un quartiere operaio della Capitale dove Avoloine riprende a lavorare. Sembra felice,ma è torturato dai fantasmi del passato di lei. Incomincia a picchiarla. Martine subisce perché si sente colpevole e lo ama. Una sera di Settembre,dopo aver fatto l'amore, il medico la strangola, E' la sbandata,la viziosa che intende uccidere nella sua follia,non sapendo di avere ucciso anche se stesso. Il suo Giudice(e il lettore che ha seguito il racconto con il cuore in gola)lo comprenderà? 

Questo dell'incontro tra due sconosciuti è un tema ricorrente in Simenon. Basti pensare a "Tre camere a Manhattan"

domenica 28 ottobre 2018

"Morte di un fantasma"("death of a ghost"-1934)di Margery Allingham-Palmina n 125-1935
scritto da Giuseppina La Ciura

" Morte di un fantasma" è secondo poliziesco "verace" della grande Margery Allingham. Il primo è il già recensito " Polizia in casa":tra questi due capolavori si colloca "Dolce pericolo" in cui Albert Campion incontra la donna della sua vita,la dolce Amanda. 
"Morte di un fantasma"fu presentato come "originalissimo e affascinante".  E' lo è . 

John  Sebastian Lafcadio è stato il più grande pittore del periodo edoardiano,ma anche uomo crudele e beffardo. Per umiliare un rivale, ha disposto nel suo testamento che, dopo un decennio dalla sua morte, vengano esposti, l'uno ogni anno, i dodici quadri che egli ha lasciato in casse sigillate. Per sette anni, si è ripetuto "il miracolo" per pubblico e critica di scoprire un Lafcadio inedito, ma all'ottavo anno , nel pieno del party presieduto da Belle,la vedova di Lafcadio e a cui partecipa l'onnipresente Campion,, saltano le luci. Quando si riaccendono, si scopre che è stato commesso un delitto. La vittima è Thomas Dacre,un giovane artista protégé di Lafcadio,nonché fidanzato di sua nipote Linda. Dacre,che è stato pugnalato al cuore con delle forbici "artistiche", è appena tornato dall'estero conducendo con sé Rosa-Rosa,una bruna bellezza, che gli fa da modella, musa e forse altro.* I sospetti cadono subito su Linda. Il movente è tipico della Allingham dal grande sense of humour: Linda non avrebbe ucciso perché gelosa ,ma perché avevo scoperto che Dacre si era rivelato un pittore modesto, non all'altezza del suo cognome.
Campion," investigatore ufficioso e confidente universale", si trova coinvolto così in un mondo squallido e viscido fatto di domestiche ex amanti del pittore, ex modelle in miseria, familiari con aspirazioni artistiche e tutti falliti. Ci vuole molto savoir-faire per acciuffare l'assassino(che nel frattempo ha ucciso ancora). E anche molto coraggio specie nel finale convulso e memorabile in cui Campion rischia la vita per consegnare il colpevole all'amico Oates. 

** Rosa-Rosa è italiana,ma per le ferree regole del duce diviene Provenzale.....   

giovedì 25 ottobre 2018

" Royal Baby. Vite magnifiche e viziate degli eredi al trono"di Antonio Caprarica- Sperling &Kupfer, 2018
scritto da Giuseppina La Ciura
Nel secolo scorso le Dive erano le attrici: Marilyn Monroe, Sophia Loren, Ava Gardner, tanto per fare dei nomi. Adesso, tutti gli occhi sono puntati sulle mise e i "pancini" delle principesse, specie inglesi. Poi, è ovvio ci sono i royal baby dai nomi raffinati di Charlotte, Louis, Leonor etc. Antonio Caprarica, famoso giornalista della Rai,che è stato per molti anni corrispondente della tv pubblica da Londra, in questo ultimo libro affronta con la sua magistrale ironia le vite, specie l'infanzia e l'adolescenza, dei bambini destinati a divenire Re o Regine.Sono vite "magnifiche e viziate",ma infelici perché prive di amore. L'esempio più eclatante, quello su cui l'autore si sofferma di  più, è dato da Carlo d'Inghilterra. L'uomo che attende da decenni di sostituire la Madre sul trono più ambito è superviziato(pensate,si fa portare la seggetta di pelle dietro quando viaggia!),ma è stato un bambino solo, solitario e poco amato, anche se è sempre pronto a trasformare la sua infelicità in arroganza. E lo sarà non per merito o talento, ma per un affare di spermatozoi e di Fato.Ma considerati molti Presidenti della Repubblica(non faccio nomi,ma non certo quello di Mattarella, che ci rappresenta al meglio), W la Monarchia. Che come ha detto lo stesso Carlo "è un'avvincente soap-opera".   

martedì 23 ottobre 2018

"La Polizia in casa"( "Police at the Funeral"-1931)di Margery Allingham- Palmina n 151(1936)
scritto da Giuseppina La Ciura
" Police at Funeral" del 1931 è il primo vero poliziesco di Margery Allingham. I primi tre libri della grande scrittrice inglese sono da considerarsi infatti più come dei romanzi d'avventura* in cui Campion, che viene presentato dall'autrice come un appartenente alla famiglia reale  in incognito, viene coinvolto in tutta una serie di fatti misteriosi ed audaci tra miliardari americani, ladri internazionali e gioielli favolosi.
L'incipit di "La Polizia in casa" è molto originale: In un giorno piovoso presso una vecchia tomba, si incontrano per caso Campion,  Grazia Blount, fidanzata di un amico di costui, l'ispettore Oates e un miserabile vagabondo, stalker del poliziotto. Grazia( che nel testo originale è Joyce)chiede aiuto: lo zio Andrea è scomparso, lasciando nell'angoscia e nello stupore gli abitanti di "Casa di Socrate". In questa venerabile dimora regna la gran dama Cristina Faraday con i suoi figli,tutti piuttosto (?)eccentrici, nipoti e camerieri tutti legati e divisi da antichi odi. Campion e Oates si trovano a procedere con prudenza,mentre le morti misteriose si susseguono. La soluzione, molto imitata e di stampo holmesiano, coglie il lettore di sorpresa.
*
1) "La lunga notte di Black Dudley"(The Crime at Black Dudley)1929
2)"L'isola"(Mystery Mile", 1930
3)"Il segreto della torre"(Look to the lady)1931
Tutti editi da Mondadori 

venerdì 19 ottobre 2018

"Lo zoo di vetro"( The Glass Menagerie")di Irving Rapper- 1950
scritto da Giuseppina la Ciura

Tennessee Williams è stato il drammaturgo più famoso degli Anni 40 e 50 in America. Molti suoi drammi sono stati trasferiti sullo schermo facendo vincere Oscar alle  eroine come Vivien Leigh in "Un tram chiamato desiderio" e Anna Magnani in "La rosa tatuata". Nel 1950 Irving Rapper trasse un film dal racconto e poi dramma del 1944 di Williams dal titolo "The glass menagerie"-da noi "Lo zoo di vetro".
Siamo in uno squallido sobborgo di una città de Sud degli States(con esattezza Saint-Louis). In un piccolo appartamento vive la madre Amanda Wingfield (Gertrude Lawrence) con i figli Tom e Laura. E' una donna delusa dalla vita in quanto sa di avere sprecato la sua bellezza e la sua vita per un uomo che l'ha abbandonata con due figli da crescere. E' divenuta dura ed autoritaria in perenne conflitto con il figlio Tom (Arthur Kennedy) che le ricorda il marito. Tutto il suo affetto è riversato  su Laura(Jane Wyman), una fanciulla fragile, dolce, timida affetta da una leggera zoppia. Laura non riesce a comunicare, ad avere amici. Ha solo una grande passione:una collezione di animaletti di cristallo. Una sera Tom conduce con sé un collega della fabbrica ,Jim O'Connor(Kirk Douglas). Lo fa per accontentare la madre che sogna per la figlia un marito, dei figli,un'esistenza serena. Jim è però fidanzato e sta per sposarsi, ma riesce lo stesso a spezzare il senso di solitudine di Laura proprio facendo cadere in modo involontario un animaletto di vetro,il preferito:un unicorno. Poi, se ne va non prima che Laura gli regali l'oggetto di vetro ormai rovinato. Anche Tom lascia la casa, dove però fa la sua comparsa un nuovo amico di Laura,ormai guarita dalle sue nevrosi.
Musiche di Max Steiner, attori bravissimi. 
Da vedere o rivedere.  

sabato 13 ottobre 2018

"La morte invisibile"("Murder from the Grave"-1929)di Will Levinrew- I Bassotti,2018
Scritto da Giuseppina La Ciura

Anche quest'ultimo Bassotto di Levinrew-autore americano di cui si sa pochissimo- si allinea a quelli precedenti per difficoltà di lettura e complicanze varie.Io nella mia modestia non riesco a capire perché la Collana si sia tanto allontanata dalle origini pubblicando tutta una serie di romanzi cervellotici e dal punto di vista letterario modesti. Ma tant'è.
In questo poi si notano evidenti riferimenti ad autori e romanzi polizieschi troppo famosi. Il libro si apre e si chiude con l'esimio professor Herman Brierly che intrattiene il giovane John Mattews,suo figlio adottivo, nel suo studio di sera sul tema per lui sempre più intrigante della criminologia.Ad interrompere le sue dotte dissertazioni interviene ,prima per telefono,poi dal vivo(nel senso che si precipita in casa di Brierly), Rodney Borger,uno dei dieci uomini più ricchi del mondo. Il miliardario è un malato terminale , figura spettrale e morbosa, che nutre un odio feroce nei confronti di tutti i suoi parenti. La causa scatenante è stato un matrimonio andato a monte a pochi giorni dal suo realizzarsi tra Borger e la sua governante Mary Hastings.. La giovane donna si era
invaghita di Henry Borger,un cugino del plutocrate,ed era fuggita con lui portando con sé una forte somma. L'unione si era rivelata infelice nonostante la nascita di un bambino,Carlin. Il magnate aveva ripreso con sé la donna e il ragazzo-non uno stinco di santo-di cui aveva fatto il suo maggiordomo. Un altro avvenimento aveva turbato profondamente Borger: durante una cena a casa sua cui partecipavano otto suoi parenti c'era stato un tentativo di avvelenamento e sette invitati più lo stesso l'anfitrione erano finiti in ospedale. Prima di stilare il testamento, Borger vorrebbe sapere da Brierly se è stato quello un tentativo di ucciderlo o un avvelenamento legato al cibo. Brierly non sa cosa rispondere ed il vecchio miliardario stila un testamento quanto mai complesso e malefico. Una vera e propria maledizione dalla tomba che ha i suoi effetti tragici. Tutti i suoi eredi vengono avvelenati poco dopo il suo interramento ed alcuni muoiono a causa di un veleno sconosciuto....Mi fermo qua. Premetto che ,avendo letto la Allingham, Austin Freeman, Rhode e il grande S.S.Van Dine, mi è stato facile scoprire l'assassino abilissimo nei suoi giochi "avvelenati"(cui lo stesso morto non si sottrae).
Buona lettura ai coraggiosi.

domenica 7 ottobre 2018

"Schiavo del passato"("The late George Apley")di Joseph L.Mankiewicz-1947
scritto da Giuseppina La Ciura

Nel 1947 Joseph L. Mankiewicz portò sullo schermo un romanzo di John P. Marquard(che lavorò con Philippe Dunne e George Kaufman alla sceneggiatura). Il film è una commedia godibile ma niente di più. 
Siamo a Boston nel 1912. George Apley( interpretato da Ronald Colman) è un Bostoniano purosangue, legatissimo alla sua città che considera la vera capitale d'America. E' altrettanto legato alle sue tradizioni e al passato. Vorrebbe per questo che nulla mutasse e che i suoi figli (un maschio e una femmina) si sposassero con Bostoniani dell'élite cui appartiene. Se il figlio alla fine cede e convola a giuste nozze con la cuginetta, la bella figlia non recede dal suo proposito di sposare un laureato di Yale( l'università dei Bostoniani è Havard,of course). Alla fine, "the late George Apley" comprende che i tempi sono cambiati e si apre al futuro.

giovedì 4 ottobre 2018

"The Four Swans" di Winston Graham-1976
scritto da Giuseppina La Ciura

I quattro cigni cui si riferisce il titolo del sesto libro della Saga dei Poldark sono le quattro protagoniste femminili della storia. Il primo per importanza è Demelza Carne,moglie di Ross Poldark. La sua entrata in scena è memorabile: sporca, con abiti maschili stracciati,i piedi nudi, tenta di sottrarre il suo amato Garrick a dei giovinastri che vogliono farlo combattere(o meglio massacrare)con un cane enorme e violento. Tutti assistono divertiti o indifferenti, meno Ross che a colpi di scudiscio libera Demelza e Garrick.Dopo averli rifocillati al "Red Lion", se li porta a Nampara,la sua casa,.Demelza sarà una servetta bravissima. Crescendo, diventerà bellissima ed insostituibile. E così Ross la sposa,con grande scandalo dei notabili del luogo. Demelza, moglie perfetta ma mai noiosa e prevedibile, potrebbe essere felice, ma ha una rivale: il primo amore di Ross, Elizabeth. Il secondo cigno incarna il fascino femminile. Dolce, elegante,aggraziata,molto bella, civetta. E' innamorata di Ross, ma lo sa povero e quindi sposa prima il cugino Francis e poi il banchiere arcinemico di Ross,George Warleggan. Le sue indecisioni e i suoi giochi amorosi le saranno fatali. 
Il terzo cigno è quello ritratto in copertina del romanzo:Caroline Penvenen. Londinese, ricca,elegante, snob, si innamora del dott Enys,il medico dei poveri delle miniere.Sarà un matrimonio difficile,tra rotture e riappacificazioni. Non mi è affatto simpatica,come d'altronde Elizabeth. Infine, Morwenna. Cuginetta povera di Elizabeth è innamorata di Drake Carne,fratello di Demelza,ma sposerà un vicario violento e feticista. Ha atteggiamenti da martire cristiana,una vera lagna. Per fortuna,.......e l'amore trionfa.
La Effe sta presentando la terza serie,mentre si sta girando in Cornovaglia la quinta ed ultima. Così vanne le cose in Italia.