mercoledì 28 novembre 2018

Morte di un giovane di belle speranze"("Bright Young Dead" di Jessica Fellowes- Neri Pozza, 2018
scritto da Giuseppina La Ciura

E' il secondo romanzo giallo-rosa di Jessica Fellowes con le leggendarie sorelle Mitford come coprotagoniste.Adesso tocca a Pamela,la secondogenita, dalla vita sentimentale trasgressiva(sposò un omosessuale e ebbe una lunga relazione con una donna). 
Siamo nel 1925. I Ruggenti Anni 20. Nancy  ,la maggiore delle Mitford ,ha ormai 21 anni e partecipa attivamente,divertendosi, alla grandiose feste in maschera e alle cacce al tesoro(che si trasformano sempre in altro)che la scapestrata gioventù dorata di Londra dà per dimenticare i recenti orrori della Grande Guerra. Ora tocca a Pamela,"la più rurale delle sorelle" debuttare in società dato che ha 17 anni. Le fa da chaperon Louisa Cannon,istitutrice e confidente oltre che cameriera delle sei sorelle. La festa cui partecipa a Londra si rivela per  Pamela un'assoluta delusione: tutti i giovani aristocratici bevono, flirtano in modo pesante,si drogano. Re della festa è l'arrogante Adrian Curtis(che anche lui sniffa). E sarà ancora lui il protagonista assoluto della festa di compleanno di Pamela che si terrà ad Ashtall Manor, la residenza di campagna dei Mitford. Durante una caccia al tesoro che sa più di baccanale Curtis viene ucciso. Ad essere indagata ed arrestata è Dulcie Long,una cameriera che ha avuto un figlio da Curtis e che fa parte della temibile organizzazione criminale di Alice Diamond e la Quaranta Ladrone. Ma Louisa Cannon crede nell'innocenza di Dulcie e con l'aiuto di Pamela ,Nancy e il sergente Guy Sullivan risolve il caso.
La Fellowes, nipote del grande Julian, come al solito mescola con nel precedente giallo sull'assassinio di Florence Nightingale Shore finzione e realtà storica(per es. Alice Diamond e le quaranta ladrone), ma il romanzo non decolla. Troppo è stato scritto e in modo sublime sugli sfavillanti Anni 20.  

venerdì 23 novembre 2018

"Se morirò di Lunedì...." (" Murder on Monday"-1932)di Charles Barry- I Bassotti, 2018
scritto da Giuseppina La Ciura

Lo speaker della BBC nel notiziario delle 18 del 24 Febbraio 193... annuncia ad un pubblico sempre meno distratto che "da Lunedì 19 Febbraio manca dalla sua casa ..di Londra mr Peter Perley... L'ultima volta  è stato visto a Digswell,vicino a Welwyn nell'Hertfordshire."
La notizia sconvolge gli ascoltatori,perché Perley è uno dei più stimati e famosi bookmaker inglesi(e voi conoscete bene la passione dei Britannici per le scommesse e l'Ippica). Perley era andato al Nord per una riunione di famiglia nella bella dimora del nipote John Perley. A sera, mentre quasi tutti i membri della famiglia erano rimasti a dormire in casa Perley a causa di un tempo da lupi, il bookmaker era andato via con l'intenzione di prendere il treno che l'avrebbe riportato a Londra. Invece, era scomparso. Sul treno locale era salito solo un uomo barcollante in quanto ubriaco fradicio. 
Una settimana dopo il corpo di Perley era stato ritrovato in una cava di sabbia morto per assideramento. Scotland Yard nella persona dell'ispettore Meldrum aveva chiuso il caso. Troppo misterioso e complicato. Il baronetto Watson che è uno degli esecutori testamentari di Perley non è dello stesso parere. Il testamento che il morto aveva letto ai suoi familiari era,in effetti, irridente,quasi un macabro scherzo. L'eredità molto consistente di Perley sarebbe andata a seconda del giorno della settimana in cui Perley sarebbe passato a miglior vita. Infatti "Se fosse morto di lunedì" ,sarebbe toccata al nipote X  e così via. Watson aveva necessità di sapere quando Perley era morto:per questo si rivolge a Gilmartin, un famoso ispettore di SY ormai in pensione. Il poliziotto che vive sereno con la moglie in Cornovaglia non ha molta voglia di interessarsi di un caso così complesso e bizzarro, ma poi si convince e si getta nell'impresa(perché tale si rivela la soluzione dell'affaire). 
Il ritmo del Giallo è molto,molto lento tipico dei romanzi del tempo, ma si legge con piacere. La soluzione dopo tante complicazioni si rivela semplice e convincente
Da leggere.  

giovedì 22 novembre 2018

Charles Barry e " La testimone alla finestra"-("The witness at the window"-) I Romanzi della Sfinge- Salani-1935
scritto da Giuseppina La Ciura

Insieme con "Come to Paddington Fair"(titolo in italiano "Iniziò con un bacio ,finì con un delitto") del mitico Derek Smith Polillo presenta in questo mese di Novembre 2018 "Se morirò di lunedì..."(Murder on Monday") un Giallo classicissimo del misconosciuto Charles Barry(1877-1963)
Di questo mr Barry è apparso da noi un solo libro nella bellissima collana della Sfinge. 
Si tratta di "La testimone alla finestra"del 1927 che io ho letto decenni fa. Mi ricordo solo che l'assassino si serve di un geniale anche se semplice escamotage per evitare gli sguardi delle fanciulle alla finestra. Non lo recensirò ,perché è illeggibile per i miei occhi di adesso. Vi lascio con la bellissima copertina. 

domenica 18 novembre 2018

"Il gioco del delitto"(" Meurtre dans un manoir anglais"-1997) di Paul Halter- GM 2018
scritto da Giuseppina La Ciura

Per questo Halter il blog del Giallo Mondadori, che sonnecchiava serenamente, si è svegliato gridando al miracolo. Non v'è dubbio che l'Alsaziano sia uno dei pochi giallisti "classici" in circolazione,ma tutto questo "gaudium "mi è parso esagerato. Le cose migliori del Nostro sono state pubblicate da tempo ed adesso si pesca nel fondo alla ricerca della perla perduta. Mi appare del tutto inutile dire qualcosa della trama dato che la si può trovare altrove in modo dettagliato- manca solo il nome dell'assassino,ma quello non appare chiaro nemmeno allo stesso Halter......Io ho  letto questo libro come un divertissement che fa l'occhialino a tanti autori(Christie in primis) e fa passare gradevolmente un pomeriggio di domenica di un  Novembre tetro e noioso.

mercoledì 14 novembre 2018

"Come sabbia tra le dita"di Seicho Matsumoto- GM,1989
scritto da Giuseppina La Ciura

Tokio, 12 Maggio 1961. Nella stazione di Kamata viene scoperto il cadavere orrendamente sfigurato di un uomo maturo. L'ispettore Imanishi, considerato il Maigret nipponico, si trova dinanzi ad una realtà disperante: nessun nome,nessun indizio. O meglio: due vaghissime tracce. Il morto era stato visto ,la sera prima,in un bar nelle vicinanze della stazione in compagnia di un uomo che indossava un leggero giubbotto sportivo color grigio chiaro. Il più vecchio parlava con il caratteristico accento del Tohoku, l'altro molto più giovane chiese di "Kameda" Troppo poco,ma non per l'ispettore Imaneshi, testardo e determinato. Le sue indagini saranno minuziose e lo porteranno in giro per il Giappone,anche quello meno noto(per non parlare di noi lettori). La Fortuna però lo assiste. Grazie a lei scopre due personaggi,un uomo ed una donna, che conoscono la verità. Ma essi muoiono prima che l'ispettore possa parlare con loro. Il medico legale( Matsumoto non ci evita una descrizione dettagliata e macabra dell'autopsia di uno di loro) è convinto che siano morti naturali:un suicidio(la donna)ed un attacco cardiaco (il giovane).Il suicidio è motivato da un amore impossibile che scivola "come sabbia tra le dita".L'infarto,invece, ......ed arriviamo così alla sorprendente soluzione.
 I tanti nomi giapponesi stordiscono il lettore all'inizio,ma non lo distraggono dalla ricerca della verità. Giallo splendido con molti accenti noir. Imperdibile.  

martedì 13 novembre 2018

Rancho Bravo"( The Rare Breed)di Andrew V.McLaglen- 1966
scritto da Giuseppina La Ciura

Nel 1966 Andrew V.McLaglen, un regista specializzato in western, ne girò uno decisamente atipico: appunto, "Rancho Bravo". Poche le scazzottature e i duelli alla pistola o alla carabina. La trama non li prevede,perché il film è più che altro una commedia rosa, per la quale lo spettatore non sa se commuoversi per la  sorte dell'eroe ,il toro "Vindicator"o sorridere per le tenere e un po' patetiche scene d'amore.
Martha Price,una vedova irlandese, si reca con la figlia Hilary nel Texas per realizzare il sogno del marito: creare una razza di bovini più resistenti. Per questo,le due donne(molto ardite) portano con loro un toro di razza Hereford dal nome che è tutto un programma "Vindicator". Le vacche americane con cui il nostro toro dall'occhio dolce si deve accoppiare appartengono ad un certo mr Alexander Bowen,uno scozzese sanguigno ed eccentrico(con un bel figlio al seguito). Ad aiutare le due donne nell'impresa viene ingaggiato il rude cow-boy Sam(James Stewart). Tra mille peripezie Vindicator arriva a destinazione e compie la sua missione. Anche gli umani realizzano i loro progetti amorosi. Se la giovane Hilary si accasa subito, la bella vedova(una superba Maureen O'Hara) deve scegliere tra lo scozzese (un farsesco Brian Keith) e il cow-boy non di primo pelo. Ma se costui è interpretato da James Stewart(anche se non molto convinto del ruolo).......
Piacevole. Per famiglie(?)

mercoledì 7 novembre 2018

" Anime morte" ("Dead souls")di Ian Rankin-Longanesi 1999
scritto da Giuseppina La Ciura

Ogni grande città (per non parlare dei villaggi specie inglesi) ha il suo detective: la Edimburgo del dottor Jekyll e mister Hyde ha John Rebus, eroe dello scozzese Ian Rankin.
Di questo scrittore ho letto vari noir negli Anni 90: adesso è quasi dimenticato, almeno in Italia. 
Ho scelto per presentarlo " Anime morte" uscito per Longanesi nel 1999.
"Jim Margolies aveva avuto tutto dalla vita". Eppure,una notte di pioggia, esce di casa,attraversa la Città, raggiunge l'Arthur Seat e si getta nel vuoto.L'ispettore John Rebus ha dei dubbi ed indaga. Non è da solo :gli fanno compagnia "le anime morte"
Sono quelle dei suoi fantasmi interiori e degli emarginati, carnefici e vittime, della società contemporanea. Un giovane pedofilo dall'infanzia violata, un serial killer deciso a vendicarsi, una giovane donna infelice, un adolescente in fuga. Aggirandosi per le lucide strade di Edimburgo, tra le eleganti e misteriose facciate georgiane e le insigne di squallidi pub, a passo spesso malfermo per il troppo whisky scozzese ingerito, Rebus arriverà alla verità. Ma, come accade sempre più spesso nei nostri anni,(e in Nero che sia tale) ,solo una parte della verità sarà conosciuta e il colpevole non pagherà. Ad indagini concluse, in cima alla collina che domina la città, guardando il piccolo cimitero che sta per essere distrutto in nome di Edimburgo di nuovo Capitale, Rebus invano si sforzerà di avvertire in sé un briciolo di speranza.
E poi, "Dimentica,John,-si disse- Questa è l'Old Town, nient'altro" 
  

domenica 4 novembre 2018

Un Capitano"di Francesco Totti e Paolo Condò-Rizzoli,2018
scritto da Giuseppina La Ciura

Dopo tre roman dur di Simenon,una boccata d'aria pura. E così,pur non essendo né romana né romanista,ho voluto leggere la biografia scritta con l'aiuto del giornalista Paolo Condò del grande Francesco Totti,il Capitano per eccellenza. Lo definisco così perché è stato sempre fedele al suo ruolo,alla sua squadra e a la sua Città.
Gli appassionati di calcio e della Roma si interesseranno degli aspetti sportivi del libro,ma a me sono piaciuti certi particolari molto semplici,umani. Ho appreso che Totti non è nato povero in quanto figlio di un impiegato di banca, che da bambino giocava in strada -nei primi anni 80 si poteva-,che in terza media è stato bocciato e che i suoi studi sono finiti lì(e si sente). La sua prima volta è stata a 13 anni sulla spiaggia di Tropea con una ragazzina di 16 anni ,molto bella e corteggiata(c'è da crederci?). Poi gli anni delle squadre minorili ed infine il debutto giovanissimo in serie A. A 22 anni si innamora della letterina Ilary Blasi e decide di sposarla. La incontra attraverso la sorella di lei Silvia. All'inizio Ilary,che è fidanzata a Milano dove lavora, non sembra interessata: poi,scoppia l'amore. Da qui le nozze all'Aracoeli con lei che attende il primogenito Christian.Dopo,nasceranno Chanel(che brutto nome)e Isabel. E si giunge ai 40 anni e al tramonto,che per Totti è un dramma. Anche il lettore è commosso da tanta tristezza e se potesse potrebbe anche versare una lacrima. 
E' la vita. Bisogna arrendersi.Restano l'amore e il rispetto che tutti i tifosi(e non)nutrono per quest'uomo vero.
Consigliatissimo


sabato 3 novembre 2018

"In caso di disgrazia"("En cas de malheur"-1955)di Georges Simenon- Adelphi 2001
scritto da Giuseppina La Ciura.

"In caso di disgrazia" è uno dei romanzi dur più celebri di Simenon, soprattutto perché Autant-Lara ne trasse un film -che andò al festival di Venezia nel 1958,creando scandalo tanto da essere censurato-con Jean Gabin e Brigitte Bardot-
Simenon scrisse questo romanzo nella prima settimana di Novembre  del 1956 a Cannes,ma fu pubblicato l'anno successivo. Esso presenta un procedimento narrativo originale, in cui il protagonista,l'avvocato M.Lucien Gobillot, principe del Foro di Parigi, apre a suo nome un dossier, come farebbe per qualunque suo cliente. Lo spinge a ciò la sensazione che la sua tumultuosa relazione con la giovanissima prostituta Yvette Maudet non possa avere una conclusione felice. Egli,che è un uomo maturo e navigato, si rende conto che la sua maitresse,di cui è follemente innamorato e da cui attende un figlio,non potrà a lungo vivere in un equilibrio dissennato tra lui,gli amanti occasionali di una notte, i rapporti lesbici con la cameriera Janine e il "fidanzato" ,certo Mezzetti, studente di Medicina ed operaio che vuole sposarla. Yvette è la tipica ragazza sbandata che tanto spesso appare nelle pagine di Simenon: a motivarla in questa sua esistenza sregolata non è l'amoralità(come sembra nel film),ma il desiderio di essere sempre al centro dell'attenzione. Almeno così la vede Gobillot: una bambina bisognosa di tanto calore umano ed amore.L'avvocato è spinto dalla sensualità di Yvette,dal suo essere donna e bambina, dalla sua imprevedibilità, dal farlo penetrare in un mondo che non conosce. Gobillot è tutt'altro che una vittima di un amore folle. Lui sì che un amorale ed un cinico. Pur avendo l'aspetto di un rospo. con la sua energia vitale e la sua determinazione, ha strappato al marito e suo Maestro la giovane moglie Viviane con cui forma una coppia di successo e di potere. Una coppia che frequenta l'alta società e che vive nel lusso da buoni soci in affari. Viviane non è gelosa di Yvette, ascolta, segue l'affaire amoroso del compagno, anche perché lui l'ha tradita sempre( questi uomini di Simenon tradiscono tutti senza un filo di rimorso se non dopo la tragedia-CFR "La verità su Bébé Donge). L'unica vera vittima in questa storia torbida e squallida è il giovane Mezzetti,che sogna una sposina fedele e una famiglia. Gobillot lo aiuterà con il suo dossier a rendere lieve la sua pena. E' questo il compito dei grandi penalisti. 
Giustizia è fatta!

giovedì 1 novembre 2018

"La verità su Bébé Donge"( "La verité sur Bébé Donge-1940) di Georges Simenon- Adelphi, 2013
scritto da Giuseppina La Ciura

"La verité sur Bébé Donge" fu ideato e scritto nel 1940 in Vandea. Simenon lo scrisse in un momento particolare di grande angoscia: un medico gli aveva diagnosticato un'angina pectoris che gli avrebbe concesso solo due anni di vita...(si sbagliava,perché,come sapete, Simenon morì ultraottantenne).Questa sentenza di morte si intravvede tra le pagine del romanzo,perché la psicologia dei personaggi,specie dell'eroina, appare meno approfondita che in altri romanzi del Nostro. Si avverte un quid di approssimativo, di affrettato.
Il tema è quello del rapporto uomo-donna all'interno di una coppia borghese degli Anni 40(ed oltre).
François e Felix Donge,figli di un modesto conciatore, grazie al duro lavoro e al talento di François sono divenuti due imprenditori di successo ,che danno lavoro a centinaia di persone. I due fratelli sono molto legati e non a caso hanno sposato due sorelle, Eugénie detta Bébé e Jeanne Donneville. Se il matrimonio tra Felix e Jeanne procede serenamente, quello tra François e Bébé solo in apparenza è felice. In realtà,i due coniugi non hanno alcun dialogo vero e profondo. Lui,il tipico marito-padrone, è convinto che Bébé l'abbia sposato per avere un marito ricco,una bella casa, una famiglia.E questo François le dà: molto denaro, un figlio,il fragile Jacques,e una casa di campagna alla Chataigneraie. E qui, in una domenica di settembre, dopo pranzo, alla presenza della madre, della sorella e del cognato, Bèbé versa nel caffè del marito una potente dose di arsenico. François,che è chimico, si rende conto dell'accaduto e chiama subito un medico che lo fa ricoverare d'urgenza. Alla Chataigneraie arriva ,invece, l'ispettore Janvier che interroga Mme Donge ,che confessa il delitto.
Ripresosi faticosamente dall'avvelenamento, Donge si interroga sulle motivazioni che hanno spinto la moglie a tentare di ucciderlo.Per cercare il movente,torna indietro con il pensiero:al pomeriggio in cui ha incontrato per la prima volta Bébé a Royan,alla prima notte di nozze(un disastro:lei era solo un pezzo di carne insensibile alle sue carezze), alla loro vita in comune fatta di tante sue assenze per affari,di tanti tradimenti con donne dozzinali,di tanto silenzio ed indifferenza. Così comprende che Bèbé lo ha sposato per amore e che questo suo amore non è stato accettato e condiviso. Lui era solo il padrone,lei un bel ed elegante suppellettile. Ad un certo punto, stremata da tanta solitudine e disaffezione, per ritrovare la sua identità, per passare da Bébé a Donna, si è ribellata. 
Condannata a 5 anni ai lavori forzati, va incontro serena al proprio destino. Il marito l'aspetterà.


Nel 1952 Henry Decoin porterà sullo schermo "La follia di Bèbé Donge". Ne erano interpreti due giganti della cinematografia francese: Jean Gabin e Danielle Darrieux.Il film non ebbe successo. Il pubblico francese non riuscì ad identificarsi nei due personaggi principali. Jean Gabin, famoso come "eroe proletario e vagabondo degli Anni Trenta" mette in questo film il doppiopetto: è un ricco patron, energico, autoritario(e lo sarà in molti altri film degli Anni 50). La Darrieux,che è stata una raffinata commediante,è invece un'eroina tragica,una femminista ante litteram.
Un'ultima annotazione:in Simenon tutte(o quasi)le mogli sono oneste e fedeli,ma a letto sono "inerti". Giocano a favore di questa incapacità di abbandonarsi l'educazione religiosa, l'ambiente borghese severo e retrivo e spesso un trauma giovanile. Per Bèbé Donge la causa va ricercata nell'aver assistito adolescente agli amplessi lascivi di due camerieri a Costantinopoli.....