mercoledì 14 novembre 2018

"Come sabbia tra le dita"di Seicho Matsumoto- GM,1989
scritto da Giuseppina La Ciura

Tokio, 12 Maggio 1961. Nella stazione di Kamata viene scoperto il cadavere orrendamente sfigurato di un uomo maturo. L'ispettore Imanishi, considerato il Maigret nipponico, si trova dinanzi ad una realtà disperante: nessun nome,nessun indizio. O meglio: due vaghissime tracce. Il morto era stato visto ,la sera prima,in un bar nelle vicinanze della stazione in compagnia di un uomo che indossava un leggero giubbotto sportivo color grigio chiaro. Il più vecchio parlava con il caratteristico accento del Tohoku, l'altro molto più giovane chiese di "Kameda" Troppo poco,ma non per l'ispettore Imaneshi, testardo e determinato. Le sue indagini saranno minuziose e lo porteranno in giro per il Giappone,anche quello meno noto(per non parlare di noi lettori). La Fortuna però lo assiste. Grazie a lei scopre due personaggi,un uomo ed una donna, che conoscono la verità. Ma essi muoiono prima che l'ispettore possa parlare con loro. Il medico legale( Matsumoto non ci evita una descrizione dettagliata e macabra dell'autopsia di uno di loro) è convinto che siano morti naturali:un suicidio(la donna)ed un attacco cardiaco (il giovane).Il suicidio è motivato da un amore impossibile che scivola "come sabbia tra le dita".L'infarto,invece, ......ed arriviamo così alla sorprendente soluzione.
 I tanti nomi giapponesi stordiscono il lettore all'inizio,ma non lo distraggono dalla ricerca della verità. Giallo splendido con molti accenti noir. Imperdibile.  

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