3
Ott
2017
“Il naso di cartone” di Ezio D’Errico-Palmina 242-1940
Il
dottor Giorgio Milton, perito-medico della Sûreté, è al capezzale del
suo vecchio compagno d’Università Louis Cherat, quando viene dichiarata
la guerra-la seconda europea-contro la Germania. Mentre tutta Parigi
si affretta a comprare i giornali della sera in un’atmosfera di grande
angoscia(perché morire per Danzica?), Milton raggiunge il commissario
Richard alla 2 Brigata Mobile con un portafoglio che un borseggiatore
sfortunato gli aveva lanciato contro nella fuga. Dentro si trovano pochi
franchi e un crittogramma(spionaggio e/o controspionaggio?). Si parla
di tre nasi di cartone. E puntualmente, avvengono tre omicidi in cui la
vittima di turno ha un naso di cartone rosso sul naso. Le vittime sono
tre persone molto diverse tra di loro. La prima è Ernesto Doucet, un
povero pensionato che è stato accoltellato nel cortile di Rue Amélie,un
quartiere periferico.La seconda è il marchese di Villeroy, discendente
di un’illustre famiglia aristocratica. Egli è stato ucciso con un
attizzatoio nella sua splendida camera da letto a Neuilly. La terza è
Filiberto Masson, il maggiordomo del marchese avvelenato in un albergo
di pessima fama appartenente ad un olandese.
Il lettore non segue le indagini che vanno svolgendo i vari assistenti di Richard. A D’Errico interessano i personaggi della storia: Casimiro Druck odiato in quanto alsaziano quindi crucco, il tappezziere Frossard che brutalizza il suo giovane aiutante disabile, il marchesino di Villeroy che si intrufola di soppiatto nella villa dello zio per rubargli dei libri preziosi, il farmacista e il suo assistente Aumole…Essi non sono macchiette,ma persone vive e vere,che sentiamo vicine e di cui condividiamo i problemi e i dolori. E poi sublime è la descrizione dell’atmosfera di Parigi in attesa che la guerra entri nel vivo. Solo nei locali notturni dei ricchi ci si diverte;per il resto,è buio, neve, vuoto e senso di morte.
Ezio d’Errico si conferma grande scrittore.
Il lettore non segue le indagini che vanno svolgendo i vari assistenti di Richard. A D’Errico interessano i personaggi della storia: Casimiro Druck odiato in quanto alsaziano quindi crucco, il tappezziere Frossard che brutalizza il suo giovane aiutante disabile, il marchesino di Villeroy che si intrufola di soppiatto nella villa dello zio per rubargli dei libri preziosi, il farmacista e il suo assistente Aumole…Essi non sono macchiette,ma persone vive e vere,che sentiamo vicine e di cui condividiamo i problemi e i dolori. E poi sublime è la descrizione dell’atmosfera di Parigi in attesa che la guerra entri nel vivo. Solo nei locali notturni dei ricchi ci si diverte;per il resto,è buio, neve, vuoto e senso di morte.
Ezio d’Errico si conferma grande scrittore.
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