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lunedì 30 aprile 2018

“La mano tagliata”di Matilde Serao-Salani,1912

Scritto da Giuseppina La Ciura
Matilde Serao è stata una grande protagonista della vita culturale e letteraria italiana tra la fine dell’Ottocento e le prime decadi del Novecento. Fu tra l’altro la prima donna a fondare e a dirigere  con il marito Edoardo Scarfoglio un  quotidiano -”Il Mattino” – e a cimentarsi  nel 1906 nel genere poliziesco che stava trionfando dovunque nel mondo occidentale con “Il delitto di via Chiatamone”. Io,però, ho preferito leggere “La mano tagliata” del 1912, un libro che ha acceso la mia fantasia  per il titolo così macabro.
“La mano tagliata” non è un poliziesco-anche se vi appare un detective privato, l’inglese Leslie-ma un feuilleton degno della penna di un Sue o di un de Montépin. La trama è ovviamente complicatissima ed una sinossi ben fatta è impossibile(o quasi). La lascio volentieri al lettore. Mi limiterò a qualche  accenno. Come in tutti i romanzi del tempo i protagonisti sono due e maschi. L’uno,il conte milanese Roberto Alimena incarna il Bene, l’altro,lo scienziato ebreo Marcus Henner il Male.Lo scontro è inevitabile ed avviene attorno ad un bauletto di pelle nera in cui viene conservata nel velluto la mano troncata di una donna che si suppone di estrema bellezza. La mano è di pelle chiara, ingemmata, con un bracciale di perle e diamante al polso. Essa sembra viva dato che non mostra alcun segno di putrefazione.Il conte Alimena, un dandy dannunziano, algido e insensibile al fascino femminile(secondo il conte, le donne oneste sono da evitare perché vogliono essere sposate,le avventuriere son da evitare perché pericolose,le cocotte sono da evitare in quanto avide) odia il freddo. A Napoli in quel Gennaio del 18.. si gela e lui si trasferisce in treno a Roma da dove si sposterà a Nizza. Sul suo scompartimento si siede un uomo mostruoso. Piccolo, con la gobba, pochi peli su un viso scarno e pallido, due occhi verdi da rettile. E’ il nostro savant fou. Arrivato all’Hotel in Piazza di Spagna, Alimena scopre tra i suoi colli il bauletto e,dopo molti dubbi,lo apre. Così scopre la bellissima mano tagliata e ….se ne innamora.Da quel momento non ha più pace. L’oggetto macabro e repellente(ma io non sono una feticista) appartiene a Marcus Henner che lo rivuole con tutti i mezzi(illegali,è ovvio). Il duello mortale si svolge tra Roma, Parigi, Londra,l’isola di Wight, il convento delle Sepolte Vive a Napoli……….
Il grande duello,in verità, si ha tra i Cristiani(o meglio,le Cristiane, due israelite convertitesi per amore)e gli Ebrei.La Serao non è proprio tenera verso questi ultimi, secondo i pregiudizi del tempo. Il Ghetto di Roma viene descritto come un luogo invivibile:strade strettissime, lerce, maleodoranti su cui si affacciano case piccole, annerite, fetide, fatiscenti. In esse abitano commercianti sporchi, avidi, avari e misteriosi. Vivono un’esistenza squallida tutta dedita al denaro che nascondono in recessi segreti,fingendosi poveri.I loro traffici veri si svolgono di notte e sono loschi se non criminali. Henner è invece uno di quegli Ebrei che abitano in dimore lussuose, dove tutto è apparenza. Henner è realtà un ipnotizzatore che “cura” i gentili  con l’ipnosi.Uomo orribile,” un turpe semita”è richiestissimo dalle signore nevrotiche che a prezzi altissimi implorano il suo aiuto.
Egli odia i cristiani  e per questo ha “spezzato i loro cuori, rovinato le loro esistenze ” vendicando in nome del Dio di Abramo e Mosé “,il Tempio crollato”,la Fede precipitata, la  Nazione dispersa,la Fortuna distrutta”.I cristiani sono delle “belve dall’aspetto mite che perseguitano gli Ebrei da secoli,che non danno loro tregua”* Ma l’Amore……
Avendo letto “La mano tagliata”in ebook non so dire in quale pagina è scritto tutto questo. In ebook è al 91per cento

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