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domenica 29 aprile 2018

15 Mag 2017

“Uno sparo nel bosco”(Shot on the Downs”-1927)di Victor L. Whitechurch-Polillo,2017

Scritto da Giuseppina La Ciura
La campagna del Downshire nel Febbraio del 1927 è meravigliosa. Alture coperte di boschi e di erbe selvatiche,stradine sassose all’ombra di malinconici abeti, cespugli di ginestrone, villaggi sperduti tra i campi, cottage solitari. E su un sentiero una massa scura. Allo sconosciuto passeggero che è sceso dal treno in una  stazione sbagliata ed è costretto ad attraversare il bosco per raggiungere a piedi Little Mitford dove è atteso quella massa si rivela ben presto un uomo che giace supino e in posa scomposta nell’orrore della morte. Morte violenta,perché un rivolo di sangue gli cola da un foro azzurrino nella tempia destra. Lo sconosciuto si china sul cadavere,ne estrae il portafoglio che si rivela ben fornito di sterline. D’istinto si impossessa della grossa somma e si allontana, senza comprendere che il furto potrebbe essere considerato il movente del delitto e lui finire sul capestro.
Il mattino dopo,il bracconiere Jim Thatcher  nel suo consueto giro scopre il corpo. E’ quello di padron Blake,il ricco(e misterioso) proprietario di “The Cleve” a Little Mitford. Thatcher si reca subito al villaggio ed informa prima il vicario Merton e poi il sergente Cranley. Il delitto in un luogo così tranquillo dove non accade mai niente mette in moto tutti i poliziotti della regione,con a capo il colonnello Chadlington. Il canonico Whitechurch non è affatto parco nel descrivere il personaggio chiave del suo romanzo: “estremamente elegante,alto ma di corporatura snella, dal portamento degno di un uomo di società, viso glabro, occhi scuri dallo sguardo indolente,bocca ben disegnata dal sorriso incantevole,capelli grigio ferro pettinati con cura”* Non basta: celibe, vive in una bellissima casa con parco ed arredata con gusto sopraffino,, si intende di vini e di cibi raffinati, fuma sigarette di ottima marca, ha una biblioteca vastissima dove passa molto tempo(il suo autore preferito è Marco Aurelio). Mentre i suoi sottoposti come calabroni impazziti “volano” di villaggio in villaggio e di cottage in cottage, Chadlington riflette e cerca di ricostruire il puzzle complicatissimo con ammirevole pazienza. E’ ovvio che arriverà alla meta. Il lettore  resterà invece con l’amaro in bocca. Il morto è un emerito farabutto e l’assassino merita pietà e comprensione. Ma la Legge è la Legge….
Un capolavoro!
CFR pag 61 

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