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domenica 22 aprile 2018

25 Gen 2013

Il sesto di D’Errico: “L’uomo dagli occhi malinconici” -7 Supergiallo, 1939

Scritto da Giuseppina La Ciura
“Azurea,… amore” mormora il commissario Richard dinanzi ad un ispettore Rops sbalordito. Eppure in quelle due parole c’è tutto il dramma di “ L’uomo dagli occhi malinconici” sesto poliziesco in ordine cronologico di Ezio D’Errico.. Siamo a Parigi, nell’ Azurea hôtel, un albergo modesto sito in rue Murger e  gestito dall’ ex cantante lirica Mme Dauvergne, . E’” in una sua cameretta piena di ninnoli orientali,di tendaggi e di specchi e profumata di mille essenze” che la cameriera Lisette ha trovato ,una mattina di primavera, riversa sul letto, una pensionante, tale Magda Bauer di nazionalità tedesca, con un pugnale tra le scapole.. Mentre il giudice Gossolin prende in mano l’affaire interrogando tutti gli ospiti dell’hôtel meublé, il commissario si immerge, come è sua abitudine, nell’atmosfera del luogo, cercando di ricostruire attraverso ciò che vede e sente la personalità della vittima. Chi aveva interesse –si chiede-ad uccidere una donna straniera, solitaria, non più giovane né ricca, di cui si sa solo che aveva vissuto a lungo in Estremo Oriente- Saigon, Canton, Shangai-? Gosselin, con la sua nota perspicacia, punta tutto su un vecchio attore che si guadagna da vivere dando consigli d’amore alle zitelle di Francia attraverso Radio Paris e, per questo, è chiamato Casanova. Ma Richard non è convinto. “Sente” che il movente  è “l’amore”, un amore tradito e sconfinato nell’odio. L’Azurea gli ha, infatti, riportato alla mente “per chissà quali misteriose vie” un altro alberguccio posto “in uno dei quartieri più popolosi di Marsiglia”. Richard “era un giovane vice-ispettore ai primordi della sua carriera, aveva tutti i suoi capelli e non riusciva indifferente alle donne. “. Lei era una canzonettista di un caffè-concerto del porto. Era piccolina, con un gran casco di capelli bruni, che cantava, col vestito ricamato a lustrini e un ventaglio di piume verdi, romanze sentimentali….”  Il suo romanzo era durato quindici giorni con relativi giuramenti, pianti, gelosie, progetti matrimoniali” Poi, l’improvviso trasferimento a Le Havre…*
Ma chi tra i pensionanti dell’albergo poteva aver nutrito tanto amore e tanto odio per frau Bauer? Nessuno dei modesti personaggi presenti sul luogo sembra essere l’uomo giusto, finchè guardando dalla finestra della camera della morta Richard  non incrocia lo sguardo dell’uomo dagli occhi malinconici…
Il romanzo apparve nel 7 Supergiallo Mondadori nel  Giugno del 1939. D’Errico era in ottima compagnia: con lui , tra gli altri, Carter Dickson, Mary Fitt, John Rhode e Rufus King . Lo scrittore siciliano regge benissimo il confronto anche perché “L’uomo dagli occhi malinconici” è uno dei suoi gialli meglio scritti e di maggiore finezza psicologica.
Buona lettura!
* cfr pag 9
NB: nella stessa pagina il commissario sintetizza così la sua vita : “Poi una fila interminabile di anni grigi, di servizi estenuanti, di piantonamenti avvilenti, di inchieste faticose, di colluttazioni e battaglie, con la delinquenza di tutti i bassifondi francesi..poi la morte dei genitori, la necessità di aiutare la sorella,un nipote che gli era rimasto sulle braccia e che bisognava mantenere agli studi..e allora, avanti, a economizzare il soldo, avanti a ricercare i servizi più gravosi per arrotondare con qualche indennità il magro stipendio…trent’anni e soltanto quindici giorni d’amore in un alberguccio di marinai”
NB (2) In questo 7 Supergiallo è presente un romanzo di John Rhode “L’amica dei gatti”(The corpse in the car” che meriterebbe una nuova traduzione integrale nei “Bassotti

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