5
Lug
2010
” Delitto a Mosca”( Murder in Moscow-1951)- di Andrew Garve-I Gialli Mondadori- 1953
In questo Luglio 2010 che si annuncia torrido, la Redazione del Giallo Mondadori, che l’entrata di Maurizio Costanzo ha reso più equilibrata, ha tirato fuori dal dimenticatoio Andrew Garve ed uno dei suoi polizieschi più celebri: “Murder in Moscow” appunto. Il romanzo- che il terzo dei trenta di questo autore colto e raffinato, laureato all’Università di Manchester e di Londra, giornalista dell’Economist e corrispondente estero in Unione Sovietica durante l’ultimo conflitto mondiale – è , comme d’habitude- ben descritto dalla copertina di Jacono. In essa campeggiano il ritratto di Stalin e la bandiera rossa con tanto di falce e martello. Siamo nel 1951(nel romanzo) e nel 1953 (nell’edizione italiana). In piena Guerra Fredda. Io ero bambina e vivevo nel terrore dell’arrivo dei Cosacchi che avrebbero abbeverato i loro cavalli nelle fontane antistanti San Pietro. Vivevo in una famiglia cattolica ed anticomunista. E’ ovvio che da ragazza non lessi questo libro. Non mi interessava proprio. Adesso, a lettura ultimata, devo ammettere che non ho perso granché. La trama è noiosa e alquanto prevedibile. Eccola in sintesi.

Gli estimatori di Garve sostengono che l’interesse del romanzo stia essenzialmente nella descrizione realistica- e anche divertente- del mondo sovietico dell’età staliniana al tramonto, ma questo poteva forse valere nel 1953. Nel 2010, di quel periodo storico sappiamo tutto e anche che l’orso sovietico non era poi così cattivo come lo descrivevano gli Americani e i loro Alleati. Senza il pericolo rosso non avremmo avuto democrazie compiute e governanti e capitalisti intelligenti. Senza l’Orso siamo nelle mani di politici corrotti e di capitalisti senza scrupoli, se non criminali
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