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domenica 15 aprile 2018

13 Lug 2010

“Quaranta milioni”(1932) di Arturo Lanocita- GIM 1977

Scritto da Giuseppina La Ciura

Arturo Lanocita (1903-1983) è il terzo giallista italiano apparso  nella mitica collana delle Palmine mondadoriane.
Come i precedenti Varaldo e De Stefani, Lanocita, sebbene fosse molto giovane, era già un affermato critico cinematografico e un giornalista. Inoltre, il suo romanzo più noto , appunto “Quaranta milioni” come “il Settebello” e “La crociera del Cororado” è un poliziesco atipico , ovvero non in linea con i grandi romanzi di genere di lingua inglese. Lo si potrebbe definire un “Giallo dei telefoni bianchi”. L’ambientazione è quella di tanti film del tempo, specie di Mario Camerini.: un albergo lussuoso in Alto Adige che ha una clientela cosmopolita composta da italiani e soprattutto stranieri ricchi e fatui. Non mancano le donne belle ed eleganti e gli intrecci amorosi. Vi è una fanciulla, Rosetta Martale, orfana e pupilla di una donna ricchissima e bizzarra, un’ Assia Noris ideale che al denaro preferisce l’amore e un piccolo appartamento con altana a Milano.
Vi è un giovane giornalista(Silvio Melius o Vittorio De Sica?) che, innamorato della Rosetta, si improvvisa Rouletabille per scoprire la verità su un delitto senza cadavere  e gira come una trottola impazzita per i centri atesini più famosi, sconfinando fino a Graz. E poi due poliziotti inconcludenti, un albergatore svizzero, un hidalgo spagnolo che ha il pallino dello spiritismo, un bieco seduttore “straniero”( i maschi italiani durante il Ventennio erano dei  perfetti gentiluomini….), un’eccentrica brasiliana di mezz’età,regina del tabacco, che non sa tra chi dividere i quaranta milioni della sua eredità.
Lanocità è bravissimo nel costruire e tenere in vita una vicenda che lascia il lettore disorientato, sempre in bilico tra il desiderio di andare avanti nella lettura o di interromperla bruscamente. 

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