9
Dic
2010
“La zia scomparsa” ( “The missing aunt”) di G.D.Cole- Edizioni Alpe 1941
Uno
dei racconti più originali della antologia dedicata ai delitti in
treno(I Bassotti n 91) è “Una lezione sul crimine”(A lesson in
crime-1921) di G(eorge).D(ouglas).H(oward) e M(argaret).I(sabel)Cole. E
così mi sono ricordata di possedere l’unico dei 28 polizieschi della
coppia che sia stato tradotto e pubblicato in Italia. Si tratta di “La
zia scomparsa”(The missing aunt) n.15 della collana “I Nuovi Gialli”
delle edizioni Alpe, collana curata da Franco Redaelli. Il poliziesco
uscì il 25 Giugno del 1941, il XIX dell’era fascista. Il libro fu
attribuito al solo G.D.Cole, che venne altresì definito ” notissimo
scrittore americano”. In effetti, Cole era inglese, come la moglie,
insegnava Economia ed era un fervente socialista tanto da essere eletto
per tre mandati presidente della Società Fabiana.Dargli una nazionalità
americana non fu però un errore: L’Italia era da un anno in guerra con
la Perfida Albione ma non ancora con gli Stati Uniti. Quindi Redaelli
fece ricorso a questo escatomage reso necessario anche dal fatto che la
scure del Minculpop stava abbattendosi sulla letteratura poliziesca(ed
in primis sulla mitica collana delle Palmine).
“La zia scomparsa” mi ha delusa. Certo a ciò ha contribuito il fatto che la traduzione dall’inglese è pessima. Restano però la macchinosità del plot e soprattutto la convenzionalità per quanto riguarda l’ambientazione- una antica Abbazia trasformata in dimora signorile-e soprattutto il milieu. Da dei socialisti ci si aspetterebbero dei protagonisti proletari che facciano da pendant ai tanti signorotti dei Gialli dei vari Rhode, Christie, Allingham. Invece al centro del romanzo c’è la ricca famiglia Latchmere dal complicato albero genealogico e dai difficili rapporti interpersonali. Una famiglia che è dilaniata da interessi contrapposti e da problemi di eredità. Una zia settantenne, Anna Maria, quella del titolo, scompare misterioramente ed un’altra, Eleonora, viene assassinata. Due domande si intrecciano: chi erediterà e chi è il colpevole? Indaga Henry Wilson, ex ispettore di Scotland Yard e “il più esimio investigatore privato d’Inghilterra”. I dialoghi mi sono parsi vivaci e ricchi di humour.
Sarebbe auspicabile una nuova traduzione. I coniugi Cole potrebbero essere un’autentica sorpresa per noi giallofili.
“La zia scomparsa” mi ha delusa. Certo a ciò ha contribuito il fatto che la traduzione dall’inglese è pessima. Restano però la macchinosità del plot e soprattutto la convenzionalità per quanto riguarda l’ambientazione- una antica Abbazia trasformata in dimora signorile-e soprattutto il milieu. Da dei socialisti ci si aspetterebbero dei protagonisti proletari che facciano da pendant ai tanti signorotti dei Gialli dei vari Rhode, Christie, Allingham. Invece al centro del romanzo c’è la ricca famiglia Latchmere dal complicato albero genealogico e dai difficili rapporti interpersonali. Una famiglia che è dilaniata da interessi contrapposti e da problemi di eredità. Una zia settantenne, Anna Maria, quella del titolo, scompare misterioramente ed un’altra, Eleonora, viene assassinata. Due domande si intrecciano: chi erediterà e chi è il colpevole? Indaga Henry Wilson, ex ispettore di Scotland Yard e “il più esimio investigatore privato d’Inghilterra”. I dialoghi mi sono parsi vivaci e ricchi di humour.
Sarebbe auspicabile una nuova traduzione. I coniugi Cole potrebbero essere un’autentica sorpresa per noi giallofili.
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