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mercoledì 18 aprile 2018

7 Nov 2011

Anton Giulio Majano e “La pietra di luna”

Scritto da Giuseppina La Ciura
L’Italia del Secondo Dopoguerra era povera, arretrata e provinciale-ma anche onesta e bellissima-.
La televisione “democristiana” ebbe il compito e il merito di far conoscere ai tanti suoi spettatori che non avevano mai letto un libro le grandi opere della letteratura italiana e straniera.Lo fece attraverso gli sceneggiati,i teleromanzi come si diceva allora. Di questi, il massimo sacerdote fu l’abruzzese Anton Giulio Majano cui si devono alcuni tra gli  sceneggiati più famosi ed amati.
Durante la settimana dei Morti, in una Ispica sotto la pioggia, ho avuto  il piacere di rivedere in DVD ” La pietra di luna” tratto dal capolavoro di William Wilkie Collins. Lo sceneggiato può contare sulla eccellente sceneggiatura di Fruttero e Lucentini.
Come si sa il romanzo di Collins vive dei racconti dei vari personaggi del dramma. Fruttero e Lucentini affidarono il compito di narrare i fatti al solo maggiordomo Betteridge. E’ una soluzione felice perchè ciò dà scorrevolezza alla narrazione. A Majano si deve invece la scelta degli attori, dello scenografo ( ( Negro)e del costumista( il bravissimo Alberto Verso).
I due ruoli più importanti sono affidati a due attori di notevole valore quali Andrea Checchi(Betteridge)e Mario Feliciani(L’ispettore in pensione Cuff). I due innamorati Franklin e Rachele sono interpretati da Aldo Reggiani-molto bravo e charmant- e da Valeria Ciangottini. Il cattivo Godfrey è Gualtiero Zanetti, ancora oggi sui nostri teleschermi.
Altri sceneggiatori, altri registi, altri attori. Altra televisione

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