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giovedì 19 aprile 2018

6 Mar 2012

Eccellente! “Una buona tazza di tè”( ” The Case of the dead shepherd”-1934)di Christopher Bush- I Bassotti n109

Scritto da Giuseppina La Ciura
L’ispettore Ludovic(Ludo)Travers, che abbiamo ammirato in “Omicidio a Capodanno”(1931), sta dissertando sull’Amore- lui che non è sposato e non è mai stato nemmeno fidanzato – quando squilla il telefono in quel di Scotland Yard. Risponde il sovrintendente Wharton detto per il carattere deciso e i baffoni a salice piangente”il Generale”. All’altro capo del telefono c’è l’ispettore Quick della Divisione O di Woodgate Hill. Nella scuola superiore del quartiere un professore giace morto nella sala professori. Si tratta di Charles Tennant, un docente di Storia molto stimato. Eppure qualcuno lo ha avvelenato con”una buona tazza di tè” all’acido ossalico, come sentenzia il medico legale Menzies. Il mistero si infittisce quando i due poliziotti, aiutati dal decano della scuola Maitland Castle, scoprono che la vittima tiene stretto tra le mani un vecchio catalogo di apparecchiature scientifiche e che il tè era stato preparato per il preside della scuola, mr Twirt, il Pastore come si definiva lui stesso. Poco dopo, è proprio Twirt che viene trovato con il cranio sfondato vicino ad un laburno nel giardino antistante l’edificio scolastico. Vicino  al cadavere, un martello.
Il caso si presenta subito molto complicato per l’alto numero  di moventi credibili e di possibili assassini. Inoltre tra il Generale e Travers le opinioni circa la soluzione dell’affaire divergono spesso. L’indagine risulta quindi lenta e ricca di colpi di scena. Proprio quando Wharton sta per fare un arresto, Travers assiste ad una rappresentazione dell’ immortale “Sogno di una notte di mezza estate”e viene folgorato dalla verità….
Sebbene il romanzo presenti alcune incongruenze incomprensibili( Com’è possibile che un uomo dalla testa fracassata non sanguini? E che l’arma del delitto non porti tracce di sangue e materia cerebrale?), avvince anche il lettore più smaliziato per l’accurata descrizione dell’ambiente scolastico, per l’abile ritratto psicologico dei personaggi ( su cui svettano come due parti di una identica  medaglia  l’odioso “pastore” e il decano Castle), per l’originalità dell’intrigo.

Domanda inevitabile: perché Christopher Bush e i suoi eccellenti polizieschi sono stati così trascurati dagli editori italiani? 

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