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sabato 21 aprile 2018

5 Set 2012

“La décade prodigieuse”(Dieci incredibili giorni)di Claude Chabrol-1971

Scritto da Giuseppina La Ciura
Nel 1948 , i cugini Dannay e Lee , meglio noti come Ellery Queen, pubblicarono “ Ten days’ wonder”-in italiano “Dieci incredibili giorni”-. Nel 1971, il geniale regista francese Claude Chabrol lo portò sullo schermo con il titolo di “La décade prodigieuse”. Io lo vidi con un’ amica nel cinema di Ispica nel 1973 e non mi piacque particolarmente(dirò poi il perché). Nel giugno di quest’anno il film di Chabrol è uscito in dvd e  ho voluto rivederlo. Ancora una volta mi ha deluso(e dire che Chabrol è un ottimo regista).
Quarant’anni fa il film non mi piacque,perché lo trovavo troppo distante dal testo queeniano. “Dieci incredibili giorni” è ,infatti, un giallo classico con Ellery Queen che svolge il suo onesto lavoro d’indagine in un caso complesso con forti elementi psicoanalitici(in quegli anni assai di moda).Siamo a Wrightsville ,località del New England in cui Ellery Queen, lo scrittore, ambientò molti romanzi negli Anni 40(tra cui l’indimenticabile “Il paese del maleficio”). Ellery Queen,il detective, si trova lì per aiutare il giovane Howard Van  Horn che soffre di gravi amnesie da cui si sveglia spesso con le mani e gli abiti insanguinati.
Chabrol elimina la figura di Queen e con lui la struttura tipicamente holmesiana del romanzo. Lo sostituisce con un professore di filosofia alla Sorbona, certo Paul Régis. cui dà il volto e la personalità l’attore francese Michel Piccoli. E’ a lui che il giovane Charles( Chabrol trasporta la storia in Francia, com’era prevedibile)si rivolge dopo essersi svegliato in un hotel di Parigi in un mare di sangue. Per questo ruolo di giovane nevrotico ed inquieto Chabrol scelse Anthony Perkins, attore che ,dopo essere stato Norman Bates di “Psicho”, era considerato da produttori, registi e pubblico l’interprete ideale di tali personaggi bordeline. Charles e Régis si trasferiscono quindi-la vicenda si svolge in dieci giorni come i dieci comandamenti mosaici- nella lussuosa residenza di campagna dei Van Horn. Qui,in un’atmosfera rétro- il paterfamiglias ama il 1925,anno felice della sua infanzia- Régis incontra la bella matrigna di Charles Hélène e il padre, l’onnipotente, Theo Van Horn. Per questi due ruoli centrali Chabrol scelse Marlene Jobert, attrice che godeva allora di un certo successo, e soprattutto Orson Welles. La presenza di una personalità magnetica come quella di Welles dà una svolta decisiva al film. Non più giallo,non più noir, generi in cui Chabrol eccelleva, ma un  drammone psicoanalitico con continui richiami alla tragedia classica e al decalogo biblico. Un pasticcio che Chabrol non riesce a governare sia dal punto di vista formale che narrativo. Lo spettatore alla parola FIN tira quindi  un sospiro di sollievo
Per cinefili incalliti 

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