5
Giu
2015
“L’impeccabile”di Keigo Higashino-Giunti, 2012
Dopo un avvincente romanzo storico ambientato nella Baviera del
16oo, un mistero della camera chiusa made in Japan. Il passaggio non è
certo semplice,ma Keigo Higashino è talmente bravo da farmi superare
questo ostacolo con accettabile facilità.
Al centro del romanzo un giovane manager di Tokyo, Yoshitaka Masheba
che considera le donne non come oggetto d’amore o compagne di vita ma
come fattrici di bambini che gli assicurino la discendenza. Dopo varie
relazioni troncate brutalmente perchè la lei di turno non era incinta,
aveva sposato Ayane Mita,una bellissima artista. Quando inizia il
romanzo, è passato un anno dalle nozze e l’uomo,poichè la moglie non
attende un figlio, le annuncia che ha deciso di divorziare.
D’altronde,ha già trovata una sostituta, Hiromi Wakayama,un’allieva
della moglie,che è già in lieta attesa. Ayane prende l’annuncio con una
flemma tutta orientale. Niente pianti ed alti lai. Una lagrimuccia può
bastare. Decide però di partire per Sapporo il giorno dopo(sabato). Lì
vivono i genitori e una vecchia amica. Prima di partire,lascia la chiave
di casa alla sua allieva e rivale. Sarà lei domenica sera, tornando
dall’amante, a scoprirne il cadavere con vicino una piccola pozza di
caffé. Avvelenato con l’acido arsenioso.
Gli investigatori sono quasi tutti convinti che il colpevole sia Ayane,la moglie tradita ed abbandonata, ma non riescono a spiegarsi il modo in cui la donna,che ha un alibi di ferro, possa aver avvelenato il marito. Quindi,un delitto impossibile.
A questo punto,come da prassi, entra in scena un deus ex machina ovvero Manubu Yakuwa,un professore di Fisica dell’Università di Tokio il quale,con una pazienza ed una tenacia nipponiche, risolve il complicatissimo caso.
La soluzione risulta molto azzardata,ma più logica di quelle distillate dalle menti sovraffine dei Maestri d’Occidente. Lo stile si adegua: essenziale, scorrevole, raffinato. Tutto è nitore, eleganza, grazia. Nemmeno una goccia di sangue. Eppure, c’è una terribile,implacabile ferocia alla base di questo delitto quasi “perfetto”.
Imperdibile
Ps Non conoscendo il giapponese, non so quale sia il titolo originale e ho solo un’idea di chi sia “L’impeccabile” del titolo italiano. In francese è stato tradotto come “Un cafè Maison”(CFR “1001 Chambres closes” Roland Lacourbie pag 283-84)

Gli investigatori sono quasi tutti convinti che il colpevole sia Ayane,la moglie tradita ed abbandonata, ma non riescono a spiegarsi il modo in cui la donna,che ha un alibi di ferro, possa aver avvelenato il marito. Quindi,un delitto impossibile.
A questo punto,come da prassi, entra in scena un deus ex machina ovvero Manubu Yakuwa,un professore di Fisica dell’Università di Tokio il quale,con una pazienza ed una tenacia nipponiche, risolve il complicatissimo caso.
La soluzione risulta molto azzardata,ma più logica di quelle distillate dalle menti sovraffine dei Maestri d’Occidente. Lo stile si adegua: essenziale, scorrevole, raffinato. Tutto è nitore, eleganza, grazia. Nemmeno una goccia di sangue. Eppure, c’è una terribile,implacabile ferocia alla base di questo delitto quasi “perfetto”.
Imperdibile
Ps Non conoscendo il giapponese, non so quale sia il titolo originale e ho solo un’idea di chi sia “L’impeccabile” del titolo italiano. In francese è stato tradotto come “Un cafè Maison”(CFR “1001 Chambres closes” Roland Lacourbie pag 283-84)
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