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sabato 28 aprile 2018

3 Lug 2015

“La bella vampirizzata”(Histoire d’une femme pale”-1849) di Alexandre Dumas père -

Scritto da Giuseppina La Ciura
Il racconto fa parte di di una raccolta dedicata al fantastico dall’emblematico titolo ” Mille et un fantômes”. Come nel “Decamerone”(ma tra Boccaccio e Dumas c’è un abisso) delle persone sono riunite in un salotto e si raccontano delle storie.  La più famosa è quella di “La Dame Pâle”…….
!825. Tra la Russia e la Polonia c’è guerra. La bella Edwige,nobildonna polacca, è costretta dal padre a lasciare il  castello assediato dai Russi e a  rifugiarsi in un convento tra i Carpazi. E’ la fine di Luglio. Un pomeriggio caldissimo. Dopo tante traversie in luoghi bellissimi e selvaggi, ecco che Edwige e i suoi uomini vengono assaliti da dei banditi guidati da “un giovane pallido di soli ventidue anni, occhi neri, i capelli inanellati e cadenti sulle spalle”. Mentre il drappello di uomini che difendono la fanciulla sta per essere annientato, ecco apparire su una balza un giovane biondo e bello come l’Arcangelo Michele. Edwige sviene. Quando si riprende, si trova tra le braccia del suo salvatore e davanti al suo aggressore. Sono i due fratelli Brankovan: Gregoreska,il maggiore,e Kostaki, il minore e pecora nera della famiglia in quanto figlio illegittimo-la contessa Smeralda lo aveva avuto da un nobile mezzo greco e mezzo moldavo-. I due fratelli si innamorano entrambi della giovane Polacca.  Edwige preferisce Gregoreska che è gentile, dolce e di pura razza slava. I due fratelli entrano in un confronto serrato e durissimo da cui  Kostaki esce ferito a morte. Il cadavere viene interrato in luogo consacrato,dove però non resta a lungo. Ogni notte egli esce dalla tomba,penetra nella camera di Edwige, le addenta il collo e ne succhia il sangue .La fanciulla,sempre più esangue, sembra essere vicina alla morte…………..
L’intrigo   si svolge  ma non si conclude secondo i dettami classici del genere. Lo stile di Dumas(e del negro di turno?) è talmente meraviglioso che non si può evitare di esserne ammaliati. 

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