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sabato 14 aprile 2018

27 Mag 2010

Week-end a Ispica con Thierry Bourcy e “Le Chateau d’ Amberville” Gallimard 2009

Scritto da Giuseppina La Ciura
“Le château d’Amberville” è il terzo volume della serie poliziesca che vede come protagonista il flic e soldato della Grande Guerra Célestin Louise( i precedenti sono ” La cote 512″ e “L’ arme secrète de Louis Renault” , entrambi pubblicati da Gallimard).
Il romanzo si apre con un prologo di rara eleganza che ricorda Renoir e Bergman(1)- d’altronde non bisogna dimenticare che Bourcy è anche uno sceneggiatore e un regista-
Una  fanciulla bella come una fata scende da cavallo in una foresta incantata, si sveste lentamente, scioglie i suoi lunghi capelli del color del grano che le cadono a cascata sulle spalle e scivola nell’acqua di un limpido ruscello. La sequenza fiabesca cede presto il posto all’orrore, quando appaiono tre uomini irsuti….” C’est la curée. …E poi, una lama taglia il collo, il sangue cola, il sangue caldo l’inonda”
Il lettore è ormai pronto a calarsi nello spaventoso verminaio  di Verdun. E’ il giugno del 1916. Célestin Louise è là con i suoi camerati tra cui le petit Béraud, un ladruncolo che il flic ha salvato dal carcere a Parigi e che per questo gli è molto affezionato.
Durante uno dei consueti ed inutili assalti, Louise viene ferito gravemente e morirebbe se appunto Béraud non lo trasportasse a spalla attraverso i campi massacrati verso l’autombulanza. Quindi, il flic-soldato, con tanti altri poilus(2) viene ricoverato nel triste castello d’Amberville. Il padrone di casa, il conte, è vedovo da 20 anni e vive in un mondo tutto suo in cui regna il ricordo dell’amata sposa perduta( come sono romantici questi conti francesi…….). A dirigere il castello ed a occuparsi dei malati è la figlia Laure, bellissima, coraggiosa e malinconica. di cui tutti quegli uomini malati, che hanno visto la bestialità della guerra, sono innamorati. Anche Célestin lo è , sebbene a Parigi abbia una compagna Eliane che gli ha dato la piccola Sarah. Ma ben presto Louise ha ben altro cui pensare. Un soldato viene trovato ucciso in un pccolo stagno, un altro viene sgozzato nel suo letto . La lista si allunga mentre l’assassino sembra inafferrabile………
L’epilogo vede Louise in vacanza-premio-proprio per aver risolto il caso- a Parigi tra le braccia di Eliane. Ma è un Louise inquieto e in preda a premonizioni di morte.
Si avvicina il fatale 1917.
( A Gennaio è uscito il 4 Volume “Les traîtes” sempre per Gallimard)
(1) Mi riferisco a Jean Renoir ” Una gita in campagna”(1936-46) e ” “la fontana della vergine” di Ingmar Bergman(1960)
(2) Poilus è il termine usato  per indicare i soldati francesi della Grande Guerra. Non si deve intendere come ” pelosi” o barbuti, ma come uomini con tanto di pelo sul ventre o meglio in altre parti tipicamente maschili. 

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