25
Ott
2011
” Lo sconosciuto del terzo piano”(Stranger on the third floor)di Boris Ingster-1940
Mike
Ward è un giovane cronista di belle speranze che vive in un quartiere
povero e non può sposare la sua dolce fidanzata per le sue modeste
entrate. Una sera, il colpo di fortuna. Scopre il cadavere di Nick, il
proprietario del bar di fronte casa,e lì vicino Briggs, un povero
diavolo che ha un passato di ragazzo difficile. Basandosi su questo
mero indizio, Ward diviene il testimone chiave del processo contro
Briggs e un giornalista di successo. Tornando a casa dopo il processo
che ha condannato l’accusato alla sedia elettrica, Ward incontra un
sinistro personaggio che si rivela essere il suo coinquilino del terzo
piano.Poco dopo, il giornalista viene accusato dell’omicidio di un
altro abitante del condominio.Per fortuna che c’è la fidanzata……..
“Lo sconosciuto del terzo piano” è un film di serie B, cioè girato con mezzi ridotti. Quando uscì nel 1940, passò quasi inosservato. Solo alla fine degli Anni 50 venne rivalutato tanto da essere considerato il primo noir del cinema americano. Io non sono Tullio Kezich, ma il giudizio è condivisibile. Certo mancano la critica sociale di “The big spleep” e la dark lady di “Il postino suona sempre due volte”, ma la fotografia splendida di Nicholas Musuraca segna il trionfo di luci ed ombre e l’atmosfera onirica ed ossessiva ricorda quella di Murnau e Lang,i maestri dell’Espressionismo tedesco da tutti i critici considerato l’antesignano del genere nero. E poi c’è Peter Lorre, presenza inquietante e commovente(nella sequenza finale) dello straniero in fuga da un nemico spietato e senza volto(il Nazismo?).
Dirige il russo Boris Ingster.
Imperdibile!
“Lo sconosciuto del terzo piano” è un film di serie B, cioè girato con mezzi ridotti. Quando uscì nel 1940, passò quasi inosservato. Solo alla fine degli Anni 50 venne rivalutato tanto da essere considerato il primo noir del cinema americano. Io non sono Tullio Kezich, ma il giudizio è condivisibile. Certo mancano la critica sociale di “The big spleep” e la dark lady di “Il postino suona sempre due volte”, ma la fotografia splendida di Nicholas Musuraca segna il trionfo di luci ed ombre e l’atmosfera onirica ed ossessiva ricorda quella di Murnau e Lang,i maestri dell’Espressionismo tedesco da tutti i critici considerato l’antesignano del genere nero. E poi c’è Peter Lorre, presenza inquietante e commovente(nella sequenza finale) dello straniero in fuga da un nemico spietato e senza volto(il Nazismo?).
Dirige il russo Boris Ingster.
Imperdibile!
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