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lunedì 23 aprile 2018

25 Mar 2013

“Delitto in bianco” (Green for danger”)di Christianna Brand- GM 2013

Scritto da Giuseppina La Ciura
In questo mese di Marzo è riapparso in edicola, dopo quasi tre decadi, “Delitto in bianco”(Green for danger) da molti critici considerato il capolavoro di Christianna Brand. In ordine cronologico, il libro è il terzo della scrittrice nata in Malesia nel 1907. Lo precedono,infatti, il mediocre ” La morte ha i tacchi alti”(Death in High Heels)del 1941(con l’ispettore Charlesworth, giovane, bello e seducente)e il macabro ” Cockrill perde la testa”(Heads you lose) sempre del 1941 che segna il debutto del più celebre detective della Brand.
Nel 1944 esce” Green for danger”. La scrittrice, che ha sposato un chirurgo, raggiunge il marito in un ospedale rurale del Kent e, per aiutare il suo Paese in lotta contro Hitler, si impegna quale infermeriera volontaria. Da questa esperienza nasce “Delitto in bianco” che è ambientato a Heron’s Park, un sanatorio del Kent trasformato in  ospedale per curare i feriti dei bombardamenti tedeschi.
L’incipit di “Green for danger”(il titolo si riferisce al colore usato per indicare un particolare anestetico da sala operatoria) ricorda molti polizieschi della Christie. Il postino Higgins spinge la sua malandata bicicletta rossa per la lunga salita che porta a Heron’s Park, a pochi chilometri da Herensford nel Kent. Deve consegnare sette lettere. Sono le lettere dei sette personaggi principali del romanzo. Tre sono di uomini, medici per l’esattezza(due chirurghi e un anestesista), quattro di donne. Ad eccezione di Marion Bates, che è una caposala, le altre tre sono  ragazze di buona famiglia che ,per motivi diversi,si sono offerte come volontarie. La vita in ospedale scorre frenetica  tra interventi chirurgici e flirt appassionati fino a quando non viene ricoverato il postino Higgins con il femore fratturato. Il giorno dopo, Higgins muore sul tavolo operatorio. Nonostante che siamo nel tragico agosto del 1944 con i V2 che fanno strage di vite umane, viene avviata  un’indagine. Se ne occupa Cockrill,”il piccolo, bruno ed irascibile” ispettore preferito della Brand. Mentre si attende l’esito dell’autopsia, la caposala Bates, durante una festa piuttosto animata, in preda all’alcol e alla gelosia, dichiara di sapere chi sia l’assassino. Poco dopo, viene trovata con un bisturi piantato nel cuore sul lettino della sala operatoria. E non è finita….
Le indagini di Cockrill sono scrupolose, ma manca un movente plausibile. Chi può odiare fino alla morte un modesto postino di campagna? La Brand tira fuori,allora, uno dei suoi temi preferiti: la follia. Troppo semplice, troppo comodo..
Il libro, che a me non piacque nell’84 e che  mi è piaciuto ancor meno ad una seconda lettura, ebbe un grande successo e fece della Brand una giallista di fama. Nel 1946 il romanzo fu portato sullo schermo da Sidney Gilliat che si avvalse di attori molto bravi come Trevor Howard e Sally Gray. Cockrill fu interpretato da Alastair Sim.
PSPer me il capolavoro della Brand è ” Il gatto e il topo”del 1950.

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