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venerdì 20 aprile 2018

25 Mag 2012

Némirovsky in giallo:”Jezabel”(1936)-Adelphi 2012

Scritto da Giuseppina La Ciura
Il romanzo inizia come un trial procedural: in tribunale. Alla sbarra,in quell’estate afosa del 1934 ,a Parigi, una donna ricca,bella e cosmopolita. Gladys Eysenach, questo è il suo nome, è accusata di aver ucciso il suo amante ventenne, lo studente Bernard Martin, che si era stancato di lei.
Se l’avvocato dell’accusa fa della donna l’emblema del vizio e della perversione( pare frequentasse anche case di appuntamento), una sorta di moderna Jezabel , il difensore la descrive come  vittima della solitudine, della paura di invecchiare e della passione. I giurati credono al delitto passionale  e condannano la donna ad una pena  lieve.
A questo punto, il romanzo potrebbe definirsi concluso. Invece,la Nèmirovsky procede à rebours  raccontando con toni tra il feuilleton ottocentesco e il mélo più strappalacrime  la vicenda di questa ” eroina” che è nel contempo femme fatale, donna sola ed infelice e madre spietata. E così tra crisi di pianto, riflessioni ridicole, amanti sempre più giovani ed amplessi squallidi, si arriva al delitto con colpo di scena finale ed incredibile movente.

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