24
Feb
2013
Il secondo di Ezio D’Errico: ” Il fatto di via delle Argonne”-1937
Scritto da Giuseppina La Ciura

Il commissario Richard è nel soggiorno della sua modesta casa,
al calduccio,in pantofole e veste da camera. Sta leggendo l’edizione
serale dell”Intran”e già pregusta la verzata con cotenna, uno dei suoi
piatti preferiti “E’ un miracolo che tu sia qui con me mentre fuori
piove a catinelle” continua a ripetere la sorella Genoveffa,detta “la
zitellona”. Ma “il miracolo” dura poco. Squilla il telefono a muro. E’
l’ispettore Rops che gli comunica che c’è un morto in via delle Argonne
al settandue. Un suicidio, molto probabilmente. Richard è costretto a
lasciare il suo angolo di paradiso e a trasferirsi sotto la pioggia in
una triste villetta a due piani in banlieu. Il cadavere giace con i
polsi tagliati in un lago di sangue. Richard non ha dubbi: omicidio.
L’uomo, tale Cristoforo Lenormand, è stato addormentato e poi svenato.
“Richard in vita sua ha visto molti assassini, ma prova una ripugnanza
istintiva …per l’uccisore di Lenormand, questo essere subdolo,vile, e
feroce, che non si lancia sulla vittima vibrando un’accetta, non spiana
un fucile, non stringe in un impeto d’ira le sue mani attorno al collo
dell’avversario, ma simile a certi vampiri…prima addormenta la vittima,e
poi la dissangua”.* D’altronde, la vittima è tutt’altro che un uomo
degno di rispetto: vecchio scapolo frequenta una squallida prostituta e
corteggia Josette,la gracile adolescente figlia della sua pigionante,
Mme Mauriveaux. Ma non basta: si è arricchito in modo disonesto durante
la Grande Guerra, mentre era nelle Argonne. E’ lì che tutto è cominciato
e che si sono incontrati tutti i personaggi del dramma, uomini
ignoranti e marci, abbrutiti dall’alcol, dal lenocinio e dalla
diserzione. Uomini della “Quarta Compagnia del Tredicesimo”. Siamo
lontani dalla Parigi gaia e ricca dei Quartieri Alti: Richard si muove
in ambienti marginali ed emarginati, tra squallide soffitte e locali di
dubbia moralità dove gli esseri umani vivono e muoiono in assoluta
solitudine. Richard comprende, partecipa, soffre, ma farà il suo dovere
di poliziotto e che” i morti che hanno già pagato tutto e sono al di là
del bene e del male”** riposino in pace.
Questo secondo romanzo di D’Errico è il primo che io ho letto. Avevo
16 anni ed era la bellissima estate del 1964. Lo trovai straordinario e
mi fece innamorare del suo autore.Un innamoramento che è durato nel
tempo. D’Errico è grande, grande, grande.
* cfr pag 106
**pag 208
Nessun commento:
Posta un commento