22
Giu
2011
“I giochi di Carolina” di Angela Capobianchi- Piemme 2006
Angela Capobianchi ha fatto parte del Club del
Giallo(1989-2002), ma non l’ho incontrata né a Cattolica per il
Mystfest né a Senigallia nella Camera Gialla né a Bologna alla Libreria
dell’Orso. Ho letto-ed apprezzato- a suo tempo lo splendido racconto
“Delitto alle terme” vincitore del Premio Gran Giallo Città di
Cattolica(con Igor Longo in giuria) e il romanzo “Le ragioni del lupo”
con la prefazione di Stella Starnini Bruschi, moglie
dell’indimenticabile Claudio. Recentemente, Roberto Mistretta ha avuto
parole lusinghiere per “L’esecuzione” ,l’ultimo libro della Capobianchi.
A questo punto, ho tirato fuori il secondo dei gialli dell’autrice di
Pescara , appunto ” I giochi di Carolina” Piemme ed-2006-
Scelta davvero ottima per questo caldo inizio d’estate.
Novembre in una città di provincia del centro Italia. Carolina Cordi inizia la sua giornata di ottimo umore. In effetti, Carolina, quarantenne-una ragazza per i nostri tempi-, avvocato di successo, ricca, ha tutti(o quasi)i motivi per essere serena. E’ vero, ha perso il bellissimo adorato papà, pittore di vaglia, quando era una bambina mentre il compagno, il commissario Fabrizio Mariotti, l’ha lasciata per fare carriera, ma Carolina è ancora giovane e potrà rifarsi una vita, come sta facendo sua madre con il senatore Panghi.
Fuori dal suo studio che si trova nella dépandance della villa, l’attende l’architetto Roberto Reventi, suo amico dalle elementari e marito-da cui vuole separarsi-di Elena Venci, una campagna di scuola. A terra davanti alla porta, una busta. Dentro un messaggio inquietante e il braccio di plastica di una bambola…..
Inizia così una vicenda altamente drammatica, ricca di colpi di scena, di donne pugnalate al cuore, di grandi amori e torbidi giochi, di angoscia pura, L’autrice è bravissima nella difficile arte di mantenere alta la tensione per quattrocento e più pagine, nello scavare nella psicologia dei personaggi tutti di grande spessore umano, nel risolvere l’affaire in modo coerente, senza zone d’ombra e forzature narrative.
P.D.James- l’autrice preferita di Angela Capobianchi-può essere fiera di una tale “allieva”.
(e adesso a “L’Esecuzione”!)
Scelta davvero ottima per questo caldo inizio d’estate.
Novembre in una città di provincia del centro Italia. Carolina Cordi inizia la sua giornata di ottimo umore. In effetti, Carolina, quarantenne-una ragazza per i nostri tempi-, avvocato di successo, ricca, ha tutti(o quasi)i motivi per essere serena. E’ vero, ha perso il bellissimo adorato papà, pittore di vaglia, quando era una bambina mentre il compagno, il commissario Fabrizio Mariotti, l’ha lasciata per fare carriera, ma Carolina è ancora giovane e potrà rifarsi una vita, come sta facendo sua madre con il senatore Panghi.
Fuori dal suo studio che si trova nella dépandance della villa, l’attende l’architetto Roberto Reventi, suo amico dalle elementari e marito-da cui vuole separarsi-di Elena Venci, una campagna di scuola. A terra davanti alla porta, una busta. Dentro un messaggio inquietante e il braccio di plastica di una bambola…..
Inizia così una vicenda altamente drammatica, ricca di colpi di scena, di donne pugnalate al cuore, di grandi amori e torbidi giochi, di angoscia pura, L’autrice è bravissima nella difficile arte di mantenere alta la tensione per quattrocento e più pagine, nello scavare nella psicologia dei personaggi tutti di grande spessore umano, nel risolvere l’affaire in modo coerente, senza zone d’ombra e forzature narrative.
P.D.James- l’autrice preferita di Angela Capobianchi-può essere fiera di una tale “allieva”.
(e adesso a “L’Esecuzione”!)
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