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sabato 28 aprile 2018

22 Ago 2015

“Il richiamo del corno”(“The Sound of his horn-1952)di Sarban-Adelphi 2015

Scritto da Giuseppina La Ciura
Mentre la vecchia Polo guidata da mia sorella con un’eleganza degna di Manuel Fangio affrontava gli inestricabili tornanti della Caltanissetta- Agrigento, ho iniziato a leggere  questo libro dal titolo invitante,opera di un autore misterioso nel senso che non l’avevo mai sentito nominare. L’incipit mi ha fatto piombare in un’angoscia profonda, quasi intollerabile :” E’ il terrore che è indescrivibile”. A parlare,dopo una cena con amici nel tranquillo Lincolnshire,è il padrone di casa, Alan Querdilion. La Seconda Guerra Mondiale è finita da poco e tutti i commensali, specie Elizabeth,la fidanzata di Querdilion, vogliono pensare ad altro, al fututo. Querdilion no. E’ prigioniero di un sogno allucinato e straziante che ha fatto durante la sua prigionia in Germania. Egli è riuscito ad evadere-ma l’ha fatto davvero?- per poi piombare in un’ epoca arcaica, forse medioevale di una Germania nazificata,di un mondo nazificato. E’ l’anno 102 del Reich millennario. Querdilion si trova in un ospedale lindo e profumato. Delle infermiere di pura razza ariana lo curano in modo perfetto. Tutto è pace e luce.Di notte,però, si ode in lontananza il suono  angosciante di un corno. Quando è ormai guarito,il suo medico lo conduce nella dimora del  Gran Maestro delle Foreste del Reich. Con grande stupore di Querdilion, costui non è Hermann Goering,ma Hans Von Hackelnberg, un uomo di enormi dimensioni e di una brutalità senza pari.Per costui e i suoi accoliti la caccia è la Vita. Per gli esseri inferiori, animali, schiavi slavi, donne non ariane, è una Morte spaventosa e disumana.
Il libro che fu pubblicato in Inghilterra nel 1952 sotto la firma di Sarban(in Arabo “Il Carovaniere”) non ebbe successo. Solo Kingley Amis ne apprezzò “il sottotesto sadico e feticista”* L’autore, che in realtà si chiamava  John William Wall ed era  un fine diplomatico, non si diede per vinto e si dedicò ad un altro libro di genere distopico ” The Gymnarchs” in cui immaginava  una società futura dominata dalle donne(magari? o un altro incubo? sono incerta), che però non finirà mai. Nel frattempo “Il richiamo del corno” uscì in tascabile negli Stati Uniti per la famosa casa editrice Ballantine.Uscì nella mitica collana “Ballantine Chamber of horrors” che era  dedicata alla narrativa underground. La copertina era  invitante:una giovane donna nuda con la pelle bianca segnata da un graffio rosso di una belva che si aggrappava  disperata ad un paio di pantaloni di un maschio ben dotato. Il libro piacque. Sarban venne accostato a Shirley Jackson, a Kafka, a Poe…….
Alla fine della lettura, sebbene la conclusione del romanzo sia nel solco della  tradizione anglosassone , mi sono sentita male e per dormire ho dovuto ricorrere ad uno Stilnox.
Se questo è il fine della Letteratura, Adelphi ha centrato l’obiettivo.
* cfr l’ottima postfazione di Matteo Codignola dal titoli “I risvolti di Sarban

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