22
Ago
2015
“Il richiamo del corno”(“The Sound of his horn-1952)di Sarban-Adelphi 2015
Scritto da Giuseppina La Ciura

Mentre
la vecchia Polo guidata da mia sorella con un’eleganza degna di Manuel
Fangio affrontava gli inestricabili tornanti della Caltanissetta-
Agrigento, ho iniziato a leggere questo libro dal titolo
invitante,opera di un autore misterioso nel senso che non l’avevo mai
sentito nominare. L’incipit mi ha fatto piombare in un’angoscia
profonda, quasi intollerabile :” E’ il terrore che è indescrivibile”. A
parlare,dopo una cena con amici nel tranquillo Lincolnshire,è il padrone
di casa, Alan Querdilion. La Seconda Guerra Mondiale è finita da poco e
tutti i commensali, specie Elizabeth,la fidanzata di Querdilion,
vogliono pensare ad altro, al fututo. Querdilion no. E’ prigioniero di
un sogno allucinato e straziante che ha fatto durante la sua prigionia
in Germania. Egli è riuscito ad evadere-ma l’ha fatto davvero?- per poi
piombare in un’ epoca arcaica, forse medioevale di una Germania
nazificata,di un mondo nazificato. E’ l’anno 102 del Reich millennario.
Querdilion si trova in un ospedale lindo e profumato. Delle infermiere
di pura razza ariana lo curano in modo perfetto. Tutto è pace e luce.Di
notte,però, si ode in lontananza il suono angosciante di un corno.
Quando è ormai guarito,il suo medico lo conduce nella dimora del Gran
Maestro delle Foreste del Reich. Con grande stupore di Querdilion,
costui non è Hermann Goering,ma Hans Von Hackelnberg, un uomo di enormi
dimensioni e di una brutalità senza pari.Per costui e i suoi accoliti la
caccia è la Vita. Per gli esseri inferiori, animali, schiavi slavi,
donne non ariane, è una Morte spaventosa e disumana.
Il libro che fu pubblicato in Inghilterra nel 1952 sotto la firma di
Sarban(in Arabo “Il Carovaniere”) non ebbe successo. Solo Kingley Amis
ne apprezzò “il sottotesto sadico e feticista”* L’autore, che in realtà
si chiamava John William Wall ed era un fine diplomatico, non si diede
per vinto e si dedicò ad un altro libro di genere distopico ” The
Gymnarchs” in cui immaginava una società futura dominata dalle
donne(magari? o un altro incubo? sono incerta), che però non finirà mai.
Nel frattempo “Il richiamo del corno” uscì in tascabile negli Stati
Uniti per la famosa casa editrice Ballantine.Uscì nella mitica collana
“Ballantine Chamber of horrors” che era dedicata alla narrativa
underground. La copertina era invitante:una giovane donna nuda con la
pelle bianca segnata da un graffio rosso di una belva che si aggrappava
disperata ad un paio di pantaloni di un maschio ben dotato. Il libro
piacque. Sarban venne accostato a Shirley Jackson, a Kafka, a Poe…….
Alla fine della lettura, sebbene la conclusione del romanzo sia nel
solco della tradizione anglosassone , mi sono sentita male e per
dormire ho dovuto ricorrere ad uno Stilnox.
Se questo è il fine della Letteratura, Adelphi ha centrato l’obiettivo.
* cfr l’ottima postfazione di Matteo Codignola dal titoli “I risvolti di Sarban
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