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sabato 28 aprile 2018

15 Ago 2015

“Il mistero della Vergine”di Augusto De Angelis-Ariete edizioni-1938

Scritto da Giuseppina La Ciura
Nel Gennaio del 1938 Augusto de Angelis,il nostro più grande giallista-e, a mio modesto parere, uno dei migliori scrittori italiani del Novecento- si fa curatore di una collana dedicata al poliziesco per la misteriosa casa editrice “Ariete-Milano”. * Il primo volume è “Il mistero della Vergine” dello stesso De Angelis cui ne seguiranno solo altri otto,poiché nel novembre di quel 1938 la collana per motivi ignoti chiude i battenti. Ed è un vero peccato dato che De Angelis era riuscito a mettere insieme dei titoli ed autori di assoluta eccellenza come  ” Il dramma della carlinga” di Charles Daly King,), “La guarnigione insanguinata” di V.W.Mason, “La danza del diavolo”di Virgil Markham. Non mancava,inoltre,un  altro De Angelis “La gondola della morte”
Il romanzo si dipana con ritmi vertiginosi tra l’ippodromo di San Siro dove è allocata in uno attrezzatissimo box la cavalla “La Vergine”e il vetusto palazzo di via Omenoni sulla piazza Crispi dove vive il barone Gerolamo Verbena del Santo, proprietario della cavalla in questione. Con lui abitano la giovane ed unica figlia Verità,la governante di lei e il fidatissimo maggiordomo Matteo.
“La Vergine” è una cavalla di oscuri natali, che non ha mai corso ,ma che l’inglese Fred Drake, direttore della scuderia del Barone ha comprato per una cifra astronomica e che nel suo debutto a San Siro sarà montata da Perry Hodburn,uno dei migliori fantini del mondo. Inspiegabilmente, Hodburn viene assassinato nel suo letto in scuderia e il Barone, arrivato in gran fretta guidando la sua Isotta-Fraschini, non può fare altro che chiamare la Polizia. L’elegante commissario De Vincenzi non afferra il bandolo della matassa e i morti assassinati si accumulano tra la scuderia e il palazzo baronale, mentre Verità scompare misteriosamente. Rapita? Uccisa?
Ma c’è Vladimiro Curti Bò(attenti: “in due parole” Curti Bò). L’omino, eccentrico ed irritante, è impiegato all’Intendenza di Finanza,ma adora investigare.( ” Che meraviglioso poliziotto sarebbe” confessa De Vincenzi **). Distribuendo bigliettoni quando serve( anche durante il Ventennio l’Italiano resta sempre sensibile al fascino del denaro sottobanco…), ricostruisce con sagacia sopraffina il passato turbolento del barone che è nato a Napoli ma che si è arricchito tra Sydney e San Francisco e svela il terribile mistero della “Vergine”.
Il romanzo è scritto in un italiano raffinatissimo  ed è giocato su vari toni, dal tragico al grottesco,dall’orrido al poetico. De Angelis si supera, anche se la soluzione sul piano del poliziesco appare forzata.
Grande,grande,grande.
* Per saperne di più cfr l’articolo “Il cantuccio del bibliofilo” di Tiziano Agnelli  “foglio Giallo” n 30
**CFR “Il Mistero della Vergine”.Avendo letto il libro in ebook non so dire la pagina. Me ne scuso 

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