
Il
veneto Tito A(ntonio) Spagnol è, insieme con Alessandro Varaldo,
Augusto De Angelis ed Ezio D’Errico, uno dei Grandi del Poliziesco
italiano degli Anni Trenta. E’ un grande(ed aggiungerei:
dimenticato),sebbene ci abbia lasciato solo sei romanzi gialli( più uno
di spionaggio). Ma tra questi sei ce ne sono almeno tre straordinari.
Uno di questi è quello del suo debutto in giallo e nel mondo delle
mitiche Palmine Mondadori(ottobre 1934). Parlo di “ L’unghia del
leone”(o meglio “La griffe du lion”dato che apparve inizialmente in
Francia a puntate su “La revue française”-1932). Lorenzo Montano, che
della collana mondadoriana fu il vero ideatore e direttore, non voleva
pubblicarlo. Montano non amava i giallisti italiani(era ferocemente
anglofilo)e “L’unghia del leone” non gli piaceva affatto..* Fu Arnoldo
Mondadori, con il suo fiuto di grande editore, che decise di
pubblicarlo. E fu una scelta di successo..
Il romanzo è ambientato a New York. Non è la New York immaginaria di
Magda Cocchia(e di altri),perché Spagnol, nella sua irrequietezza di
reduce della Grande Guerra,vi aveva vissuto a lungo e la conosceva
bene.** Ne fa quindi un ritratto realistico servendosi di” riferimenti
alle consuetudini, modi di dire e comportamenti tipici della società
americana del tempo.”*** E’ la New York del proibizionismo, una
metropoli violenta, dura, dove ci si fa largo a colpi di mitra in nome
del business e del denaro, unici dei sul cui altare sacrificare ogni
valore ed ogni ideale. Il ritmo narrativo e lo stile si adeguano a
questa atmosfera da hard-boiled(il romanzo è uno dei primi del genere in
Italia): sono rapidi, stringati, essenziali.

Il lettore ne è coinvolto fin dall’inizio. L’io narrante è un giovane
avvocato raté,” una specie di rottame umano che soltanto l’alcool
teneva ancora a galla”. Non prende la penna per la vanità di attirare
l’attenzione sulla sua persona, ma per debito di riconoscenza verso un
amico. Questo amico si chiama Ned Sterbing e di professione fa il
contrabbandiere di liquori. Una sorta di Grande Gatsby, ricchissimo,
popolare, circondato da belle donne e dal lusso più sfrenato.. Si va
quindi al secondo terribile capitolo. La mattina del 6 Giugno del 1927,
il procuratore distrettuale William Clark riceve nei suoi uffici un
voluminoso pacco-regalo: dentro vi sono la testa di una donna e il corpo
mozzo di un uomo. Clark riconosce in quei miseri resti i suoi figli
Maureen e Oliver. La Polizia nella persona del capitano Marshall si
indirizza subito verso la pista mafiosa, verso una spietata vendetta
delle gang che terrorizzano la città e di cui Clark è un acerrimo
nemico. Ed arresta Ned Sterbing . Tutto sembra complottare contro di
lui. Costui ha cenato la sera del 4 con i giovani Clark e non ha un
alibi convincente. Inoltre gli viene trovato addosso un misterioso
biglietto di miss Maureen che di Sterbing s’era invaghita.In soccorso
del boss intervengono l’avvocato Sullivan(l’io parlante di cui si è
detto), miss Inez Farris, Marlow(un altro
boss)e il giornalista Alfred Gusman, uno dei detective di
Spagnol.(l’altro è Don Poldo, un Father Brown all’italiana). Grazie ai
loro sforzi congiunti , si arriva alla spaventosa,incredibile verità che
è racchiusa nella caldaia della villa dei Clark a Yellow Hill.
A conclusione di duecento e passa pagine irresistibili, Gusman, con
la sua alta e figura dondolante”scompare “in mezzo alla folla”
Lo rivedremo di lì a poco in Francia in “La notte impossibile”(ma è già un’altra storia)****
* Cfr on line” Il carteggio tra Lorenzo Montano e Arnoldo Mondadori”
** Sulla vita errabonda di Spagnol nel decennio successivo al primo
conflitto mondiale consultare “Il caso Spagnol”in appendice a “La busta
chiusa”di Enzo Gemignani- Gem 186
*** Cfr “Maurizio Pistilli ” Un secolo in Giallo” Donzelli ed pag 188
***+ “La notte impossibile” Palmina n 153-1937
Grazie per la segnalazione. Preziose le note anche per riferimenti a materiali che non conoscevamo. Cordiali saluti. www.titospagnol.com
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