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martedì 17 aprile 2018

19 Feb 2011

“L’alibi di Scotland Yard”( “Scotland Yard Alibi”-1938) di Don Betteridge- I bassotti 2011

Scritto da Giuseppina La Ciura
Bernard Charles Newman (1897-1968) è uno scrittore britannico molto prolifico la cui produzione letteraria va dai libri per ragazzi a quelli di viaggio, dalle spy stories( fu tra l’altro un grandissimo esperto di spionaggio) ai saggi, alla fantascienza. Con lo pseudonimo di Don Betteridge firmò alcuni mystery di cui il più famoso è “L’alibi di Scotland Yard”del 1938.  L’inizio di questo giallo(Bassotto n 92) davvero straordinario per originalità e perizia compositiva  è folgorante. E’ l’assassino che parla:
“ Subito dopo aver ucciso Monckham, andai direttamente a Scotland Yard. Mi sembrava il posto migliore per crearmi un alibi. Chiesi dell’ispettore Duncan…Non c’era, ma la cosa non aveva importanza. Perché il sergente Newcombe …era presente. Aveva una buona memoria….Duncan arrivò mezz’ora dopo. Aveva un paio di cosette da sbrigare, ma poi andammo a casa insieme. Duncan è un mio vecchio e fidato amico, e le nostre abitazioni ..si trovano in strade adiacenti. Passò da me per il bicchiere della staffa e poi proseguì verso casa sua. Così, dalle 21,25 alle 23,10 del 21 ottobre 1936, avevo il migliore alibi del mondo. Ero in compagnia di uno stimato funzionario di Scotland Yard”
L’assassino(e per lunghi tratti anche voce narrante) va poi a letto con l’animo sereno. Egli non ha alcun senso di colpa, perché Monckham, la vittima, è un ignobile ricattatore, un essere amorale che aveva estorto denaro a molte persone sfruttando le loro debolezze umane.(chi non ha uno scheletro nell’armadio?)
Alle nove e un quarto del 22 ottobre, dopo che il cadavere di Monckham è stato scoperto dalla portinaia, entra in azione la Squadra di Scotland Yard. “Era di notevole qualità”:il sovrintendente Aliston, “molto stimato per la direzione energica delle operazioni e per le sue qualità organizzative” e i già citati Duncan e Newcombe. Nella cassaforte del morto essi trovano l’elenco delle vittime. Un ex galeotto divenuto un grande finanziere, una giovane donna che ha tradito il marito vecchio e malato con un serio funzionario, un ladro redento dall’amore, una misteriosa  signorina di mezz’età, un aristocratico amante della caccia ai rinoceronti, un commerciante che vive ed opera in Francia e….
Se il movente è chiaro, chi è il colpevole? Nonostante l’intervento di Darrell, un investigatore privato molto speciale, l’ispettore Duncan(e con lui tutta Scotland Yard) naviga a vista…….Le indagini sono accurate, forse anche troppo tanto che il lettore ,anche quello che è  abituato ai ritmi lenti dei gialli d’antan, rischia più volte di perdere il filo del racconto. Nonostante tutto, però, affascinato da tanta bravura, egli resterà incollato al romanzo  fino all’ultima riga. Ed è lì che scoprirà il nome dell’assassino, un nome ed una professione  molto più sorprendenti di quelli di un altro mitico giallo della Golden Age.*
* Lascio agli  amici che mi leggono di indovinare di quale romanzo di Mary R.Rinehart si tratti.
Ps. Nel capitolo 16 dal titolo “Perché ho ucciso Monckham” si comprende perché questo  giallo straordinario sia  rimasto inedito in Italia per decenni e anche perché sia  stato pubblicato nel Gennaio del 2011……. 

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