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domenica 22 aprile 2018

16 Dic 2012

I dimenticati: sempre Ezio D’Errico. “Il quaranta, tre, sei,sei,non risponde”

Scritto da Giuseppina La Ciura
Amareggiato  e stanco,il commissario Richard,dopo 45 anni trascorsi alla Sureté , decide, dopo il caso de “Il trapezio d’argento”,di ritirarsi. Ed eccolo à la campagne nei pressi di Parigi con la fedele sorella Genoveffa. Vita sana, riposo, buoni pranzetti e passatempi gradevoli come la pesca. Spesso viene a trovarlo il suo giovane amico dottor Milton. Per comunicare i due si avvalgono del telefono dell’inquilino del piano di sotto  del dottore, M Cabanel,un ricco commerciante. E’ domenica e a pranzo Richard aspetta l’amico. Il commissario gli ha telefonato più volte quella mattina,perchè vorrebbe che Milton gli comprasse  degli ami n 5,ma “il quaranta, tre, sei,sei non risponde”.
Tornato a casa, nella sua eccentrica soffitta di bohemien, Milton scopre che il suo vicino è stato orrendamente assassinato. Non è la sola vittima di un’atroce vendetta.Milton indaga pur tra qualche consiglio di Richard e porta alla luce una storia di passioni violente che si dipana tra l’Albania, Parigi, Sanremo e gli allongés di Berck.
La conclusione è amara “Ah, la Legge…la Legge”.
“Il quaranta, tre, sei, sei” è, a mio parere, uno dei migliori polizieschi di D’ Errico, ma il libro con Milton e senza Richard non convinse nè i lettori nè lo stesso autore. E così pochi mesi dopo, in “Plenilunio allo zoo”, come per miracolo Richard ritorna alla Sûreté. E vi resterà finchè,dopo la guerra, con l’arrivo dei Nostri, l’astro dello scrittore agrigentino inizierà a tramontare.

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