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domenica 22 aprile 2018

10 Feb 2013

Curtiz, Quentin e “Imputazione: omicidio”-1959

Scritto da Giuseppina La Ciura
Alla fine degli Anni Quaranta,  la coppia Webb-Wheeler nota ai giallofili come Patrick Quentin(o Q.Patrick o Jonathan Stagge) si divise. Webb aveva seri problemi si salute e non aveva più voglia di scrivere. Rimase il solo Wheeler a mantenere in vita la celebre firma. E come Patrick Quentin firmò nel 1956 “The man in the net”che uscì in Italia nella collana mondadoriana sotto il titolo di “Il limite del furore” nel Giugno del ’57. Da questo romanzo,piuttosto modesto, il regista Michael Curtiz, celebre per aver diretto “Casablanca”,trasse un film che mantenne in USA il titolo del romanzo e che da noi venne intitolato ” Imputazione:omicidio”.
Il ruolo del protagonista, uomo timido e gentile, fu affidato ad Alan Ladd. L’attore aveva quarantacinque anni, ma aveva perduto il fascino di “Dalia azzurra”. Il suo viso bellissimo era gonfio e pieno di rughe: Ladd beveva e nel 1964, a soli 50 anni, sarebbe morto di un’overdose di farmaci ed alcool. Proprio perchè sciupato e sofferente, è bravissimo nel rendere il personaggio di John Hamilton, un pubblicitario di NY che si è ritirato in una piccola città del Connecticut per dedicarsi alla pittura. Hamilton è sposato con una giovane donna,Linda( Carolyn Carson) che annega la sua infelicità nel gin. Linda vorrebbe tornare a NY e,per questo, si comporta in modo da far apparire il marito come un despota crudele e violento. Per fortuna, Hamilton ha fatto amicizia con alcuni bambini del luogo con cui dimentica le sue pene. Un giorno, sua moglie scompare. La gente, inferocita,lo considera un assassino e vuole linciarlo. Saranno i suoi piccoli amici a salvare l’uomo e ad aiutarlo a scoprire il vero colpevole.
Il film si dipana in modo lento e prevedibile, anche perchè Curtiz non era che un abile artigiano,non certo un Maestro, e la trama, incentrata sul solito matrimonio infelice con moglie scomparsa misteriosamente e marito presunto assassino, per nulla originale. 

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