1
Apr
2015
“Le secret d’un crime “(“The Masquerade Mystery “-1895)di Fergus Hume
Fergus
Hume è stato uno dei grandi giallisti dell’età vittoriana e poi
edoardiana. A lui si deve il primo vero best-seller in giallo “The
Mystery of a Hansom Cab” del 1886 (un anno prima dell’apparizione di ” A
study in scarlet”!)di cui furono vendute circa 350.000 copie nella sola
Gran Bretagna. Lo scrittore , che aveva scritto il suo capolavoro a
Melbourne dopo aver letto molte opere di Emile Gaboriau, ritornò allora
nella natia Inghilterra e si diede alla scrittura di genere, un mélange
di poliziesco e fiction sensational. Non ripetè mai il successo del suo
primo libro,ma ciò non gli impedì di comporre più di 150 romanzi. Molti
di essi sono stati tradotti in Italia nelle prime decadi del secolo
scorso: uno ” Il talismano azzurro”(The blue Talisman”) addirittura da
Garden nel 1991.
Recentemente in Francia è stato tradotto “The Masqurade Mystery” del
1895 sotto il titolo di “Le secret d’un crime”.Poichè sono certa che non
apparirà mai in Italia, mi sono fiondata subito sull’ebook
francese.(per leggerlo in inglese ci avrei dovuto mettere due mesi!). La
traduzione di M. de La Vingtrie( rivista e completata da Jean-Daniel
Brèque) è estremamente scorrevole, elegante e si legge con grande
piacere.
La trama di questo romanzo è molto complicata e non sarà affatto facile per me farne una sinossi accettabile. Tenterò,comunque!
Spenser Tait è un giovane uomo metodico, ordinato, serio e mosogino che vive in una splendida magione a Londra con il suo valet de chambre Dormer, altrettanto ordinato e meticoloso. Seduto nella severa sala da pranzo, Tait sta facendo una sostanziosa colazione quando,dopo aver letto il Times, chiede al suo domestico di procurargli “tout à l’heure”un romanzo di cui tutti parlano “Le secret d’un crime” di un certo John Parver. L’interesse di Tait deriva dal fatto che il romanzo contiene la descrizione di Thorston,dove Tait ha comprato da poco un castello. Prima di uscire, il domestico annuncia l’arrivo di un visitatore: “Mr Larcher”. Costui è un ingegnere di trent’anni, molto amico del padrone di casa anche se per carattere e mentalità i due sono molto diversi. Claude Larcher ama l’avventura, i luoghi selvaggi e le donne. E’ un giovane allegro anche se ha perduto a cinque anni entrambi i genitori ed è stato allevato da un tutore,un avvocato, certo Francis Hilleston, amico del padre.
Dopo i soliti convenevoli di rito,i due giovani si recano insieme al club per ritirare la posta di Larcher. Due lettere lo attendono:una del suo tutore ,l’altra di una misteriosa mrs Bezel. Mentre Tait ritorna a casa a leggere “Le secret d’un crime”, Larcher si reca da Hilleston.. Questi gli consegna dei vecchi giornali di 25 anni prima(1866). Dalla lettura di essi,il giovane scopre che suo padre,il capitano George Larcher, non è morto di morte naturale ,ma è stato assassinato a Horriston nel Kent, dopo un ballo in maschera cui aveva partecipato vestito da Robert Darnley.Poichè l’arma del delitto era stata un pugnale che sua moglie Julia portava con sè nelle vesti di Maria Stuart, Mrs Larcher era stata processata ed assolta per insufficienza di prove. Sconvolto, il giovane torna da Tait che nel frattempo ha letto “Le secret d’un crime”, cioè la storia romanzata di quella antica tragedia. A questo punto, i due amici decidono di scoprire la verità trasformandosi in détective amateur.
L’intrigo che Fergus Hume intesse con estrema perizia è tortuoso da impazzire,labirintico. Ispirandosi a Gaboriau e a Wilkie Collins, l’autore si serve di tutti i mezzi possibili per coinvolgere il lettore: narrazioni parallele, colpi di teatro e sorprese a cascata. Certo, alcuni punti della vicenda sono un po’ confusi e il movente passionale(tutti i protagonisti sono innamorati in un intreccio di passioni inesplicabile)mi sembra debole, considerato il carattere degli Inglesi. Ma se l’assassino ha sangue gitano nelle vene, tutto si spiega.
Imperdibile!
* Di Fergus Hume ho già recensito “Espiazione” e “Lo spettro”.
** Un ballo in maschera con assassinio si trova in un altro capolavoro inedito chez nous “La peur qui rode” di Eduard Letailleur

La trama di questo romanzo è molto complicata e non sarà affatto facile per me farne una sinossi accettabile. Tenterò,comunque!
Spenser Tait è un giovane uomo metodico, ordinato, serio e mosogino che vive in una splendida magione a Londra con il suo valet de chambre Dormer, altrettanto ordinato e meticoloso. Seduto nella severa sala da pranzo, Tait sta facendo una sostanziosa colazione quando,dopo aver letto il Times, chiede al suo domestico di procurargli “tout à l’heure”un romanzo di cui tutti parlano “Le secret d’un crime” di un certo John Parver. L’interesse di Tait deriva dal fatto che il romanzo contiene la descrizione di Thorston,dove Tait ha comprato da poco un castello. Prima di uscire, il domestico annuncia l’arrivo di un visitatore: “Mr Larcher”. Costui è un ingegnere di trent’anni, molto amico del padrone di casa anche se per carattere e mentalità i due sono molto diversi. Claude Larcher ama l’avventura, i luoghi selvaggi e le donne. E’ un giovane allegro anche se ha perduto a cinque anni entrambi i genitori ed è stato allevato da un tutore,un avvocato, certo Francis Hilleston, amico del padre.
Dopo i soliti convenevoli di rito,i due giovani si recano insieme al club per ritirare la posta di Larcher. Due lettere lo attendono:una del suo tutore ,l’altra di una misteriosa mrs Bezel. Mentre Tait ritorna a casa a leggere “Le secret d’un crime”, Larcher si reca da Hilleston.. Questi gli consegna dei vecchi giornali di 25 anni prima(1866). Dalla lettura di essi,il giovane scopre che suo padre,il capitano George Larcher, non è morto di morte naturale ,ma è stato assassinato a Horriston nel Kent, dopo un ballo in maschera cui aveva partecipato vestito da Robert Darnley.Poichè l’arma del delitto era stata un pugnale che sua moglie Julia portava con sè nelle vesti di Maria Stuart, Mrs Larcher era stata processata ed assolta per insufficienza di prove. Sconvolto, il giovane torna da Tait che nel frattempo ha letto “Le secret d’un crime”, cioè la storia romanzata di quella antica tragedia. A questo punto, i due amici decidono di scoprire la verità trasformandosi in détective amateur.
L’intrigo che Fergus Hume intesse con estrema perizia è tortuoso da impazzire,labirintico. Ispirandosi a Gaboriau e a Wilkie Collins, l’autore si serve di tutti i mezzi possibili per coinvolgere il lettore: narrazioni parallele, colpi di teatro e sorprese a cascata. Certo, alcuni punti della vicenda sono un po’ confusi e il movente passionale(tutti i protagonisti sono innamorati in un intreccio di passioni inesplicabile)mi sembra debole, considerato il carattere degli Inglesi. Ma se l’assassino ha sangue gitano nelle vene, tutto si spiega.
Imperdibile!
* Di Fergus Hume ho già recensito “Espiazione” e “Lo spettro”.
** Un ballo in maschera con assassinio si trova in un altro capolavoro inedito chez nous “La peur qui rode” di Eduard Letailleur
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