9
Lug
2014
“Il Primo Ministro”(The Prime Minister-1876)di Anthony Trollope -Sellerio 2014

Ferdinand Lopez è uno straniero, un portoghese di oscure origini, bruno, affascinante, grande affabulatore che dà l’impressione di essere un finanziere molto ricco ed avveduto. Le donne(e non solo)lo adorano. Anche la Duchessa lo trova interessante e ne fa un suo protégé al punto di raccomandarlo presso i borghesi di Silverbridge quando il seggio parlamentare del luogo si rende vacante. Lopez si sente arrivato e riesce con queste credenziali a conquistare il cuore della bella e casta Emily Wharton, figlia di un severo legale,esponente tipico della vecchia Inghilterra. Il vecchio Wharton è contrario al matrimonio,perché Lopez non è”biondo, dagli occhi azzurri e timido come i veri Inglesi”ma un latino ed un ebreo dagli affari poco chiari*, ma dinanzi all’infelicità della figlia è costretto ad acconsentire alle nozze.
E qui mi fermo.
Se si considerano le idee conservatrici o meglio reazionarie( così almeno le vediamo noi lettori del XXI secolo) di Trollope, non è difficile prevedere quel che accadrà nel resto del romanzo, che ,come tutti quelli di questo autore,è molto lungo ma a differenza di altri alquanto noioso specie quando affronta gli intrighi politici della Camera dei Comuni. Anche se il Duca di Omnium è un personaggio affascinante per la sua complessità caratteriale, molto più umane e credibili appaiono le figure femminili. Private del diritto di voto(e lo saranno ancora per decenni) e costrette a dipendere economicamente e a ubbidire a padri e a mariti, esse si ritagliano un loro posto importante all’interno della famiglia e della società con la loro dolcezza, sagacia, integrità morale ed orgoglio. In questo romanzo, più di Emily Wharton, vittima del fascino dello straniero, eccelle lady Glencora, una creatura molto femminile e quindi umorale,,capricciosa,, apparentemente frivola ma molto determinata a fare la fortuna di se stessa e del marito.
Anche il vilain di turno non è un mostro di cattiveria come accade in molti romanzi vittoriani(Dickens docet…). Ha aspirazioni, sogni e sentimenti umani e sa riscattarsi per amore. Alla fine non è più uno straniero, un diverso, un avventuriero miserabile ma un uomo che non ha avuto fortuna. Perché ha preteso troppo dal destino. Mai eccedere, mai sfidare la sorte,ma volare alto. La felicità per Trollope sta nello stare con i piedi ben piantati a terra , lavorare sodo e arricchirsi onestamente. Più vittoriano di così?
* Trollope era contrario al Capitalismo e ancor più a quello finanziario.
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