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venerdì 20 aprile 2018

26 Apr 2012

Jean Ray e “La maison du Grand Péril” Le Cri 2007

Scritto da Giuseppina La Ciura
Alla fine degli Anni 90  ricevetti un’e-mail di un Docente di Matematica dell’Università di Roma,l’abruzzese (di Roseto per l’esattezza) Franco Eugeni.
Il professore ,sapendomi collezionista, mi chiedeva in prestito un libro già allora introvabile :“Malpertuis”, il capolavoro del 1943 del belga Jean Ray.* Io non l’avevo,perché non amo particolarmente l’horror, anche se di altissimo livello.
Nonostante la mia risposta negativa,la corrispondenza par Internet tra me ed Eugeni continuò. Così appresi che il professore faceva (come fa)parte di “Uno Studio in Holmes” di cui era(ed è)uno dei massimi esponenti. Grazie a lui, ripresi dopo tanti anni la lettura dell’Holy Canon, mi lasciai incantare dal Big Game e mi avvicinai al mondo affascinante degli apocrifi holmesiani. Ovvero di tutti quei romanzi che hanno come protagonisti nipoti, mogli, amanti, parenti, maestri, allievi ed irregolari di Baker Street. L’elenco è lunghissimo e ricco di sorprese, ma non è possibile parlarne in un blog. La farei troppo lunga.
Nel Giugno del 2002 partecipai al I Convegno Nazionale sulla Letteratura Popolare che si tenne a Roseto per impulso del prof Eugeni. Fu uno degli ultimi convegni di un certo livello d’Italia. Dopo, poiché “con la cultura non si mangia” il nostro Paese è sprofondato in modo irrimediabile nel provincialismo, nell’autoreferenzialità, nella volgarità televisiva, nella vergogna delle olgettine e del bunga bunga.
A Roseto, su un mare da favola, si riunirono esperti europei di S. Holmes di grande livello. Ricordo il maggiore inglese Philip Weller e il belga André  Verbrugghen. Costui era allora presidente dell’Associazione Jean Ray.
Parafrasando Manzoni, potrei dire “Jean Ray, chi è costui?” e non sarei lontana dal vero. Ad eccezione dell’introvabile Malpertuis nessun altro suo libro o scritto è stato tradotto in Italia(mentre sono stati tradotte moltissime betises americane…)
Jean Ray è invece celebre  nei paesi francofoni anche perché è il papà letterario di uno dei più famosi “allievi” del Sommo Sherlock: il detective americano Harry Dickson. Egli vive a Baker Street 221B insieme con il giovane aiutante Tom Wills. Ha una governante  mrs Crown come SH, un laboratorio attrezzatissimo e si interessa di casi molto strani in cui l’elemento fantastico  è dominante.
Jean Ray scrisse dal 1929 al  1938 ben 178 avventure di Harry Dickson, ma io posseggo solo “La Maison du Grand Péril” del 1935, che mi è stato regalato da un caro amico e collezionista di Bordeaux. Comunque, è un testo che esprime in modo esemplare  la poetica di Jean Ray.
In un piovoso e tetro après-midi  ottobrino, Dickson e Wills ,passeggiando per Neate Street,  vengono attirati dalla vetrina di un negozio polveroso da dove un viso pallido e repellente dagli occhi da alosa li osserva fissamente. Tornati a casa, a Baker Street 221B, i due scoprono con orrore che l’uomo mostruoso sta fermo sull’altro lato della strada. Dickson allerta  Scotland Yard e così scopre che il negozio appartiene ad un certo Phil Rummy. Costui è morto un mese prima. La sua erede,una vecchia serva, è ricoverata in condizioni penose in un ospizio di Dulwiich. Durante la perquisizione del negozio Dickson, Wills e il poliziotto Wolton scoprono un trono e una lettera in cui si annuncia l’assassinio di lady Ruth Branican. Nonostante gli sforzi congiunti di Dickson e della polizia, la nobildonna viene assassinata. Il marito della vittima terrorizzato si rifiuta di collaborare, ma rivela che ha incontrato lady Branican a Teheran , in Persia….
Com’è facile arguire da questi pochi dati, Dickson non è il positivista Holmes . Egli è il “detective del soprannaturale, ..indaga in una Londra oppressa da due paurose realtà: una ben visibile e naturale, l’altra artificiale e generata da riti occulti e dalle droghe”**
Ed il suo mitico autore sta  metà strada tra Edgar Allan Poe   e Lovecraft.
* Il libro fu pubblicato per la prima volta da Sugar nel 1966 e ha avuto una seconda edizione nel 1990 nella collana “Oscar Horror” della Mondadori. Per saperne di più vi consiglio la splendida recensione sul web di Rosalba Balsàno.
** “Sherlock Holmes: il grande detective di rinomanza internazionale” a cura di Franco Eugeni e Leo Marchetti 2002 pag 45 

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