10
Set
2016
“L’enigma della stanza impenetrabile”( Whistle up the devil-)di Derek Smith- I bassotti,2016
Per
anni ho sentito parlare da amateur della “camera chiusa” di questo
libro introvabile e considerato un “must”.Polillo, il suo brillante
traduttore Dario Pratesi ed Amazon me lo hanno regalato(si fa per dire)
per il mio compleanno,l’uno di Settembre.
Dell’autore mr Derek Smith sappiamo pochissimo,ma dalla lettura del
suo capolavoro si evince facilmente che abbia trascorso molto del suo
tempo ad analizzare le opere dei grandi-e piccoli- autori del
sottogenere prediletto(D’altronde, alcuni sono citati come Zangwill,
Carr, Rawson, Talbot).A lettura finita, mi azzardo ad affermare che
“Whistle up the devil”(Il titolo italiano non mi piace affatto) è la
summa del genere della “camera chiusa” e che ha influenzato autori
“moderni” come Halter, Siniac, Török. Non sto qui ad elencare tutti gli
elementi tipici del genere presenti-annoierei-.Mi limito a sostenere che
la soluzione del delitto principale(quello della stanza impenetrabile)è
inattaccabile a livello razionale,il che accade molto raramente.
Preferisco parlare degli spunti originali che fanno di questo libro una
lettura gradevolissima. Innanzitutto,l’atmosfera. Smith si ( e ci)libera
delle cupezze, delle tetraggini e delle stranezze dei vari
investigatori carriani ed affini. E’ un giovane ,Algy Lawrence,
bello,biondo e simpatico, a tentare che il delitto impossibile non
avvenga e a delitto avvenuto a risolvere il caso(e quello del secondo
delitto detto “il minore”). Non meno lievi sono gli altri personaggi. La
fidanzata dell’”idiota” che si fa chiudere nella stanza diabolica
flirta in modo ardito con Algy mentre il vecchio zio di costei ,Russell
Craig ,fa di più,oltre a bere a dismisura: palpeggia le derrière della
procace servetta Susanna(che,incredibile,ci sta).
Carr non aveva osato tanto in “una camera chiusa”

Carr non aveva osato tanto in “una camera chiusa”
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