5 Lug 2013

“Non voglio perderti”(No man of her own)di Mitchell Leisen-1950

Scritto da Giuseppina La Ciura

Nel 1932 la celebre coppia(allora solo sul set) Carole Lombard-Clark Gable girò una sophisticated comedy dal titolo ” Non man of her own”. La inarrivabile Lombard recitava  la parte di una virginale fanciulla della sana provincia americana che si innamorava, sposava e redimeva un affascinante giocatore d’azzardo di NY.Quasi vent’anni dopo, Mitchel Leisen riesumò quel titolo”No man of her own” per un palpitante  noir tratto da “I married a man dead”"(Ho sposato un’ombra”) di William Irish(ovvero Cornell Woolrich).
I tempi sono cambiati e la fanciulla ha perso il suo candore e i suoi sogni. Helen Ferguson-così si chiama la nostra eroina-è stata sedotta ed abbandonata dal suo amante, che nel frattempo ha trovato un’altra,una bionda esplosiva. La ragazza aspetta un figlio(è all’ottavo mese, ma la Stanwych  è magra come un giunco. Misteri del codice Hays), è disperata,non ha un soldo. L’uomo la liquida con un biglietto ferroviario e qualche dollaro. In treno, Helen incontra una coppia di giovani sposi reduci da una lunga permanenza in Europa. Si chiamano Harkness  e ritornano a casa. Anche lei Patrizia Harness aspetta un bambino. Le due donne familiarizzano. Poi, l’incidente ferroviario. I due Harkness muoiono. Per il suo bambino senza padre ,Helen finge di essere Patrizia e come tale viene accolta dalla famiglia nella sua  splendida dimora. Solo Bill Harkness,il bel cognato(John Lund) ha dei dubbi sull’identità della donna,ma tace perchè se n’è innamorato. Tutto procede per il meglio, quando ritorna sulla scena l’antico amante……
Il film ,che presenta un finale piuttosto raffazzonato e molto diverso da quello del romanzo, si regge quasi tutto sull’interpretazione straordinaria della Stanwych che sa essere via via  ragazza “perduta” ,  vedova,madre, nuora perfette, innamorata(di Bill) fedele e  donna coraggiosa ed onesta. E tutto ciò senza cadere mai nel ridicolo, cosa che accade spesso quando si scivola nel melò.
Imperdibile.