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giovedì 19 aprile 2018

31 Gen 2012

Gotico! “L’ospite”(The little stranger”-2009) di Sarah Waters-Ponte delle Grazie- 2009

Scritto da Giuseppina La Ciura
Parafrasando Isaac Newton, stiamo tutti “sulle spalle dei giganti”. Sarah Waters, giovane e talentuosa scrittrice britannica, non fa eccezione e per questo suo romanzo- per molti critici il suo capolavoro- si è affidata  a quelle robuste dell’ Edgar Allan Poe di “La caduta di casa Usher”e dell’Henry James di “Giro di vite”. Del primo, ha preso il tema centrale- il declino e la fine di una famiglia aristocratica-, del secondo  la composizione narrativa a spirale e l’inquietante presenza di un ospite misterioso.
Luglio 1919. Il piccolo Faraday partecipa insieme con tanti altri coetanei alla festa che il colonnello Ayres , signorotto del luogo, dà in occasione della Giornata dell’Impero sul prato antistante la sua splendida dimora di Hundreds Hall. Con il Colonnello c’è la sua bella famiglia composta dalla giovane ed affascinante moglie e dalla loro piccola Susan.
Anche Faraday ha accanto i suoi genitori: il padre,un modesto bottegaio di Lidcote nel Warwichshire, e la madre, ex bambinaia proprio ad Hundreds Hall. Dopo il ricevimento, poiché mrs Faraday ha ancora delle amiche tra le sguattere della grande casa,  viene consentito al ragazzo  di entrare ad Hundreds Hall e di poterne ammirare la grandiosa bellezza. E’ amore a prima vista!
Luglio 1949. Sono passati tanti anni. C’è stata un’altra guerra. Molte cose sono cambiate. Il Colonnello e Susan sono morti come i genitori di Faraday che è ormai,dopo tanti sacrifici, un medico stimato. E’ in questa veste  che ritorna a Hundreds Hall. E’ stato Roderick, il giovane erede, a chiamarlo perché la camerierina Betty sta male. Il dottore- ed io narrante- trova la sua malata in ottimo stato, ma non così la casa dei suoi sogni e i suoi abitanti: la gentile signora Ayres ed i figli Roderick e Caroline. La casa come il giardino versano in uno stato penoso: mobili tarlati, preziose stoffe che pendono dalle pareti, stanze abbandonate e vuote,vetri rotti, erbacce dovunque. Mentre la signora Ayres tenta disperatamente di mantenere le apparenze(“Questo è il compito dell’aristocrazia”sostiene), i due figli non fingono di essere quel che non sono più. Ricchi, potenti, felici. Roderick(come in Poe!) è stato pilota nella Raf, è precipitato con il suo aereo, subendo  danni fisici e soprattutto psichici. La sorella Caroline è “bruttina ma intelligente” e sembra non avere nessun interesse per tutto ciò che è femminile. Dopo quella prima visita, altre ne seguiranno, prima in veste di medico, poi di fidanzato e futuro sposo e padrone di Hundreds Hall. Ma qualcosa non va nella grande casa e nelle menti dei suoi abitanti e così il povero dottore si troverà coinvolto in qualcosa che non comprende e che non  può spiegarsi a livello razionale…..
Ma considerare “L’ospite”  solo un romanzo gotico sarebbe riduttivo. Anzi, a mio parere,il fascino del libro sta altrove. Sta soprattutto nell’efficace  descrizione del tramonto della gentry, classe sociale che ha fatto grande l’Inghilterra, e dell’ascesa del proletariato che mira a farsi borghesia e a possedere attraverso il corpo riottoso di una lady una dimora lussuosa e il prestigio sociale che ne deriva.  Sta ancora nella capacità della Waters di affrontare tematiche complesse come il rapporto tra i sessi in una società come quella anglosassone fortemente inibita ed inibente e il latente conflitto di classe che impedisce spesso a due esseri umani di capirsi e di amarsi. E forse un’omosessualità femminile non dichiarata e non compresa  da parte di un uomo di scienza, che si intestardisce a desiderare una donna che lo rifiuta perché “non sente”.attrazione per lui( nè per  nessun altro)
Da leggere.

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