30
Giu
2010
“La crociera del Colorado” di Alessandro De Stefani- GM 193
Robert(o)
Menard, giovane ed intraprendente reporter del quotidiano parigino “Le
Jour”, è appena sbarcato a Le Havre dopo due mesi molto avventurosi
trascorsi in Amazzonia che viene costretto dal suo Capo a ripartire
dalla Gare de Lyon per Napoli sulle piste del collega Huguenot del
“Grand Parisien”.
Menard non comprende cosa debbano fare entrambi in Italia, perché
“L’Italia è tranquilla, senza scioperi, senza conflitti. Niente.
Qualche caso d’insolamento nelle campagne”.(*) Poi Napoli è una città
sicura “ pulita, ordinata, con ampie strade luminose….”In effetti il
nostro Paese allora in camicia nera non c’entra. A Napoli infatti i
due, divenuti nel frattempo amici bevendo Moët e Chandon durante il
viaggio, scoprono che devono imbarcarsi sul lussuoso piroscafo americano
“Colorado” dove tra i mille miliardari che stanno facendo il giro del
mondo si celerebbe il famoso gangster di Chicago Harry Dawer . L’uomo
ha sulla coscienza una ventina di assassini e può definirsi il grande
rivale di Al Capone. Nessuno lo conosce: si sa solo che è basso, ha una
cicatrice in una gamba e che è abilissimo nel travestirsi anche da
donna. Menard trova subito un’alleata nella bella italiana Olga Madini,
figlia di un severo archeologo. Una fanciulla senza un fidanzato “
perché in genere le donne intelligenti piacciono poco agli uomini.
Sentono in pericolo la loro supremazia”(** ). Tra Porto Said e Singapore
la crociera del “Colorado” è molto agitata: vi succede di tutto.
Scompare un ufficiale, una bellissima americana dai capelli rossi “che
beve e spara come un uomo” fugge con un Marajá incontrato nella sosta di
Bombay, il grande investigatore mexicano José Salvator prende enormi
granchi, il conte tedesco Von Salstein –l’uomo più timoroso del mondo-
viene preso per Dawer e diventa oggetto di desiderio di tutte le donne
presenti. Poi un miliardario viene trovato con un proiettile in testa e
muore, quattro gioielli scompaiono misteriosamente da altrettante cabine
accuratamente chiuse e Menard si sposa con Olga nel consolato francese
di Singapore. Dawer resta introvabile, ma a Chicago………
Quando lessi per la prima volta “La crociera del Colorado” nel Giugno del 1977( nella collezione Gialli Italiani Mondadori :prezzo lire 1000), avevo 29 anni ed avevo perduto da un mese mio padre. Non avevo né l’esprit né la cultura per capire questo romanzo così particolare, inconsueto. E’ ovvio che non mi piacque. Oggi che ho tanti anni e tante letture in più l’ho trovato molto gradevole, lieve ed elegante come un film di Lubitch.
L’autore- che è stato anche commediografo e brillante sceneggiatore- si accosta infatti al genere poliziesco con una sottile, raffinata ironia. Per il tema della camera chiusa( sui generis, in verità) fa il verso a”I delitti della Rue Morgue” di Poe (lì un orango, qui…..); per la figura del grande gangster si rifà ad un ricchissimo capitalista americano, come investigatore sceglie un dilettantesco messicano. L’ironia di De Stefani colpisce benevolmente anche il nostro Paese assonnato, assolato e campestre, l’arroganza che è in realtà ingenuità dei francesi, lo sfrenato amore per il denaro e per la pubblicità degli Americani, il gusto del brivido delle donne, la vanità dei maschi, il mito di Chicago e dei suoi vari irresistibili criminali, la stupidità delle masse.
E poi c’è Olga Madini, una ragazza intelligente che trova l’amore e un marito.
PS:
Mme Sellerio, potrebbe ristamparcelo Lei questo piccolo capolavoro degli Anni 30?
(*) pag 27 Il Giallo Mondadori , 1932
(**) pag 79
Quando lessi per la prima volta “La crociera del Colorado” nel Giugno del 1977( nella collezione Gialli Italiani Mondadori :prezzo lire 1000), avevo 29 anni ed avevo perduto da un mese mio padre. Non avevo né l’esprit né la cultura per capire questo romanzo così particolare, inconsueto. E’ ovvio che non mi piacque. Oggi che ho tanti anni e tante letture in più l’ho trovato molto gradevole, lieve ed elegante come un film di Lubitch.
L’autore- che è stato anche commediografo e brillante sceneggiatore- si accosta infatti al genere poliziesco con una sottile, raffinata ironia. Per il tema della camera chiusa( sui generis, in verità) fa il verso a”I delitti della Rue Morgue” di Poe (lì un orango, qui…..); per la figura del grande gangster si rifà ad un ricchissimo capitalista americano, come investigatore sceglie un dilettantesco messicano. L’ironia di De Stefani colpisce benevolmente anche il nostro Paese assonnato, assolato e campestre, l’arroganza che è in realtà ingenuità dei francesi, lo sfrenato amore per il denaro e per la pubblicità degli Americani, il gusto del brivido delle donne, la vanità dei maschi, il mito di Chicago e dei suoi vari irresistibili criminali, la stupidità delle masse.
E poi c’è Olga Madini, una ragazza intelligente che trova l’amore e un marito.
PS:
Mme Sellerio, potrebbe ristamparcelo Lei questo piccolo capolavoro degli Anni 30?
(*) pag 27 Il Giallo Mondadori , 1932
(**) pag 79
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