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mercoledì 18 aprile 2018

29 Ago 2011

“Spasimo”(1897)di Federico De Roberto- Donzelli 2010

Scritto da Giuseppina La Ciura
“Spasimo” del catanese-d’adozione ma napoletano di nascita-Federico De Roberto è considerato uno dei primi polizieschi italiani. Il romanzo apparve per la prima volta a puntate in appendice al “Corriere della Sera” tra il novembre del 1896 e il gennaio del 97. Io ricordo d’averlo  letto  a Noto nell’edizione di “Il Romanzo Mensile” del 1907. La bella copertina mostrava una giovane donna in atteggiamento di grande sofferenza interiore. Colpì molto la mia fantasia di ragazza, ma il romanzo mi lasciò fredda il che si è ripetuto in questa estate torrida con l’edizione di Donzelli  del Maggio 2010.  A mio modesto parere, De Roberto, che amava molto sperimentare, tenta infatti  di scrivere un romanzo “diverso” ,d’indagine, ma produce un testo per nulla “popolare”  che risente in modo fin troppo evidente dello psicologismo alla Paul Bourget -tanto per fare un nome- tanto in voga in quegli anni.
Di giallo ci sono  solo  l’assassinio -o il suicidio?- della ricca, giovane vedova milanese contessa d’Arda in una signorile dimora sul lago di Ginevra e le indagini del magistrato Francesco Ferpierre. Il resto-i personaggi come i due amanti della contessa il nichilista russo Alessio Zakunine e l’intellettuale Vérod- il movente- più della passione potè il senso del peccato e la successiva redenzione tolstojana-il linguaggio forbito ed aulico sono da letteratura italiana(ed europea) della fine dell’Ottocento.
E’ come tale, a mio parere, che “Spasimo” merita una lettura 

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