19
Giu
2010
“La Gatta Persiana” di A. Varaldo
Premessa doverosa.
Quando per seguire le direttive del Duce, Arnoldo Mondadori decise di pubblicare accanto ai grandi giallisti stranieri anche degli autori italiani, scelse non a caso Alessandro Varaldo, un autentico intellettuale dalla solida cultura ed esperienza letteraria. Così nella primavera del 31 apparve nella mitica collana dei Gialli Mondadori “Il sette bello”, prima avventura di sor Ascanio Bonichi, commissario.
Il libro ebbe un grande successo di pubblico così come il secondo “Scarpette rosse”.
Poi venne “ La Gatta Persiana”(1933)
“Una notte di Novembre, piovigginosa ad onta dello scirocco”, Gino Arrighi, detective privato e braccio destro di Ascanio Bonichi, sceso da un autobus, mentre si avvia tranquillamente verso casa, dove l’attende la moglie Nora(*), all’altezza di via Francesco Crispi, si imbatte in una guardia notturna che è in ambasce per una gatta in amore il cui miagolio gutturale e piagnucoloso proviene dal palazzo appartenente alla marchesa Morteo. Poiché costui possiede le chiavi del portone, decide di ricongiungere la bella micia con il suo soriano di strada. Ma nell’androne stretto, vicino alle scale, non c’è la gatta ma un uomo dalla testa sfondata. Si tratta dell’Uno Bis, il sor Aronne Caprarola “giudio” convertito per motivi d’interesse, famoso in tutta Roma per essere usuraio, ricettatore e al centro di molti loschi affari. Sistemata la bellissima gatta persiana, che apparteneva al morto, in casa Arrighi, in attesa del Bonichi, le indagini sono nelle mani del gigantesco brigadiere Santini e dell’Arrighi stesso. Consultato il libro mastro del sor Aronne, la lista dei possibili assassini si rivela molto ampia. Ci sono gli altri inquilini dell’immobile: il colonnello Savio dei principi del Colle ( con la bellissima figlia Beatrice), l’eccentrico professore universitario Ennio Montini, il sacerdote don Salvatore Palizzi ( con il fratello Annibale definito “deviato”), la marchesa Irene Morteo. Nè si possono trascurare il segretario del morto, certo Cleto Viterbo detto Ràdica e il portiere sor Leone detto er navicellaro. Poi ci sono i vicini della casa di fronte i Menotti, una famiglia di Eroi, Medaglie d’oro in guerra, e ancora… Tutti personaggi in età, all’apparenza galantuomini senza macchia finiti per le varie vicissitudini della vita e della Storia nelle grinfie dell’usuraio.
A questo punto, a sbrogliare la matassa, viene chiamato da Milano
come questore del Regno, Ascanio Bonichi. Scapolo incallito- ma “sbirro
di cuori”- bruno “con un paio di baffi neri e folti e due pupille
penetranti e “penetrabili (**), semplice, alla mano, molto curioso,
dalla memoria imbattibile(”è il mio casellario” suole dire), Bonichi si
mette subito al lavoro girando in lungo e in largo per la Roma papalina e
fascista in compagnia dell’Arrighi in attesa che il Caso- “se non Dio,
se … piace di più”- non la deduzione, l’intuizione, l’abduzione dei
suoi celebrati colleghi anglosassoni- lo aiuti.
In realtà, Bonichi conosce benissimo il cosiddetto generone romano, moralmente marcio- d’altronde la Roma di Varaldo è una città quasi provinciale dove tutti sanno
tutto di tutti- e quindi procede senza tentennamenti o errori, verso la soluzione del caso (cui la gatta persiana darà una zampa)
Il romanzo ha il suo punto di forza nel linguaggio particolare , un mélange di italiano colto, se non erudito, e di un argot romanesco assai gradevole e il suo punto debole nella mancanza di suspense. Il plot infatti si dipana con estrema lentezza, senza colpi di scena. I personaggi, che pure sono tanti e ben caratterizzati, non intrigano il lettore, non lo coinvolgono. Tutto si svolge come a teatro, in una commedia elegante e ben architettata. Il giallo di Varaldo fu pubblicato tra due Wallace (“La compagnia dei ranocchi” e “La valle degli spiriti”) Il lettore italiano, ormai smaliziato, fece i dovuti confronti e per il giallista Varaldo iniziò il declino.
I Gialli di Alessandro Varaldo nella mitica collana del Giallo Mondadori
- “Il sette bello” 1931
- “ Le scarpette rosse” 1931
- “La gatta persiana” 1933
- “La scomparsa di Righel” 1933
- “Casco d’oro” 1936
- “Il circolo chiuso” 1935
- “Il segreto della statua” 1936
- “Il tesoro dei Borboni” 1938
(*) Il detective privato nel mondo anglosassone, seguendo le 20 regole di S.S. Van Dine e quelle non scritte di S.Holmes, non è sposato. In Italia Arrighi è sposato(e con moglie incinta) come Arturo Jelling.
(**) pag 72
Quando per seguire le direttive del Duce, Arnoldo Mondadori decise di pubblicare accanto ai grandi giallisti stranieri anche degli autori italiani, scelse non a caso Alessandro Varaldo, un autentico intellettuale dalla solida cultura ed esperienza letteraria. Così nella primavera del 31 apparve nella mitica collana dei Gialli Mondadori “Il sette bello”, prima avventura di sor Ascanio Bonichi, commissario.
Poi venne “ La Gatta Persiana”(1933)
“Una notte di Novembre, piovigginosa ad onta dello scirocco”, Gino Arrighi, detective privato e braccio destro di Ascanio Bonichi, sceso da un autobus, mentre si avvia tranquillamente verso casa, dove l’attende la moglie Nora(*), all’altezza di via Francesco Crispi, si imbatte in una guardia notturna che è in ambasce per una gatta in amore il cui miagolio gutturale e piagnucoloso proviene dal palazzo appartenente alla marchesa Morteo. Poiché costui possiede le chiavi del portone, decide di ricongiungere la bella micia con il suo soriano di strada. Ma nell’androne stretto, vicino alle scale, non c’è la gatta ma un uomo dalla testa sfondata. Si tratta dell’Uno Bis, il sor Aronne Caprarola “giudio” convertito per motivi d’interesse, famoso in tutta Roma per essere usuraio, ricettatore e al centro di molti loschi affari. Sistemata la bellissima gatta persiana, che apparteneva al morto, in casa Arrighi, in attesa del Bonichi, le indagini sono nelle mani del gigantesco brigadiere Santini e dell’Arrighi stesso. Consultato il libro mastro del sor Aronne, la lista dei possibili assassini si rivela molto ampia. Ci sono gli altri inquilini dell’immobile: il colonnello Savio dei principi del Colle ( con la bellissima figlia Beatrice), l’eccentrico professore universitario Ennio Montini, il sacerdote don Salvatore Palizzi ( con il fratello Annibale definito “deviato”), la marchesa Irene Morteo. Nè si possono trascurare il segretario del morto, certo Cleto Viterbo detto Ràdica e il portiere sor Leone detto er navicellaro. Poi ci sono i vicini della casa di fronte i Menotti, una famiglia di Eroi, Medaglie d’oro in guerra, e ancora… Tutti personaggi in età, all’apparenza galantuomini senza macchia finiti per le varie vicissitudini della vita e della Storia nelle grinfie dell’usuraio.
In realtà, Bonichi conosce benissimo il cosiddetto generone romano, moralmente marcio- d’altronde la Roma di Varaldo è una città quasi provinciale dove tutti sanno
tutto di tutti- e quindi procede senza tentennamenti o errori, verso la soluzione del caso (cui la gatta persiana darà una zampa)
Il romanzo ha il suo punto di forza nel linguaggio particolare , un mélange di italiano colto, se non erudito, e di un argot romanesco assai gradevole e il suo punto debole nella mancanza di suspense. Il plot infatti si dipana con estrema lentezza, senza colpi di scena. I personaggi, che pure sono tanti e ben caratterizzati, non intrigano il lettore, non lo coinvolgono. Tutto si svolge come a teatro, in una commedia elegante e ben architettata. Il giallo di Varaldo fu pubblicato tra due Wallace (“La compagnia dei ranocchi” e “La valle degli spiriti”) Il lettore italiano, ormai smaliziato, fece i dovuti confronti e per il giallista Varaldo iniziò il declino.
I Gialli di Alessandro Varaldo nella mitica collana del Giallo Mondadori
- “Il sette bello” 1931
- “ Le scarpette rosse” 1931
- “La gatta persiana” 1933
- “La scomparsa di Righel” 1933
- “Casco d’oro” 1936
- “Il circolo chiuso” 1935
- “Il segreto della statua” 1936
- “Il tesoro dei Borboni” 1938
(*) Il detective privato nel mondo anglosassone, seguendo le 20 regole di S.S. Van Dine e quelle non scritte di S.Holmes, non è sposato. In Italia Arrighi è sposato(e con moglie incinta) come Arturo Jelling.
(**) pag 72
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