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sabato 12 maggio 2018

"Mary "( Mary. A Fiction")di Mary Wollstonecraft
Elliot ,2017
scritto da Giuseppina La Ciura

La casa editrice Elliot sta svolgendo nel nostro Paese il ruolo che per decenni ha avuto la Sellerio: pubblicare libri rari ed interessanti. L'anno scorso ha ripreso "Mary.A fiction" per la traduzione di Giulia Arborio Mella. L'autrice di questo romanzo breve è Mary Wollstonecraft (Londra 1759- 1797) che è considerata a ragione la ideologa del movimento femminista. L'autrice è nota per il suo libro " Vindication of the rights of woman:with strictures and moral subjects" del 1792. Non è mia intenzione affrontare in un blog il tema del Femminismo:tema troppo complesso che mi porterebbe a polemiche violente(?) su ciò che la filosofa inglese voleva per noi donne e quello che abbiamo raggiunto nell'anno di grazia 2018.Non mi dilungherò nemmeno  sulla  movimentata e breve(ma non per quei tempi)esistenza della Wollstonecraft che fu coerente con le idee professate:figli naturali, amori bisessuali,un matrimonio con un filosofo deista da cui era bandita la convivenza, la morte per setticemia dopo un parto difficile. Ricorderò  che fu madre di Mary Shelley,l'autrice di "Frankestein". 
"Mary.A fiction"(in italiano solo "Mary") fu scritto mentre la Wollstonecraft era educatrice- professione tipica delle donne indipendenti del tempo-delle figlie di Lord Kingsborough, un proprietario terriero irlandese. La copertina dice molto. " Interior with a woman reading",un bellissimo quadro di Carl Holsoe, ci mostra una giovane donna vestita di bianco che legge un libro davanti ad una finestra sul cui davanzale si trovano bei vasi di fiori chiari. Questa fanciulla è Mary(e quindi l'autrice) che non si perde nei soliti romanzi sciocchi,d'amore finto, ma  che studia Jean-Jacques Rousseau, il filosofo  del ritorno alla natura e alla libertà.
Mary è figlia di un proprietario terriero gaudente e gran bevitore e di una donna indolente ed infelice. Cresce sola,perché è il fratello al centro delle attenzioni di tutti in quanto maschio. Mary non si abbandona al dolce far niente: impara a leggere e a scrivere, studia i classici, medita dinanzi alle bellezze del Creato, prega Dio con cui ha un rapporto d'amore sublime. E poi si dedica ai poveri cercando in tutti i modi di alleviare le loro sofferenze. In una misera casa incontra Ann, una ragazza malata di tisi di cui fa la sua amica del cuore. Se la porta nella sua ricca dimora, quando la madre di Ann e le sorelle si trasferiscono in città per metter su un laboratorio tutto femminile(siamo ai prodromi dell'era industriale).La vita serena con Ann dura poco: sua madre sta morendo di inedia e le chiede come ultimo desiderio che sposi un giovane di ottima famiglia mai visto. Mary obbedisce con il cuore a pezzi. Il matrimonio forzato la disgusta. La sera delle nozze diserta il talamo coniugale e decide di partire, con l'assenso del marito buono e debole,per Lisbona. Ann ha continue emottisi e il caldo del Sud non potrà non farle bene.
Tralascio le disavventure,gli amori ideali e i dolori di Mary. La rivediamo a casa con il marito cui non si può più rifiutare. Malesseri, svenimenti,nausee. E una sola aspirazione: che "la terra l'aprisse e la ingoiasse" di modo da raggiungere "Un mondo dove non si è sposate,né date in sposa"*

cfr pagg 92-93

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