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mercoledì 9 maggio 2018

" La traccia del serpente"(" Manhandled")di Lewis R.Foster-1949
scritto da Giuseppina La Ciura

Due sono le opere che in italiano portano il titolo intrigante di "La traccia del serpente". Il primo, anche sul piano cronologico, è il romanzo d'esordio di Rex Stout del 1934: il serpente è un pericolosissimo Fer-de-Lance-titolo originale-. Il secondo- "Manhandled per gli anglosassoni-è un film di un misconosciuto regista e noto soggettista -Premio Oscar nel 1940-con un cast stellare(tra gli altri Sterling Hayden,Dorothy Lamour e Dan Duyrea).
Il film,un noir, si apre secondo un modello classico per quegli anni. Un noto scrittore,Alton Bennet, racconta al suo psichiatra Dr Redman il terribile sogno che fa ogni notte da una settimana.La moglie Ruth torna,ricoperta dei suoi gioielli molto appariscenti da una serata trascorsa con un giovanotto e sale svelta in camera.Lui, il marito ,la segue e la uccide colpendola con una boccetta di profumo. Lo psichiatra lo conforta e gli consiglia di lasciare il talamo coniugale .Poi,affida alla sua bella segretaria Merl Kramer(Dorothy Lamour)il compito di scrivere a macchina il dossier del caso. La donna ha un amico nel suo modesto condominio, un privé, Karl Benson(il viscidissimo Dan Duryea),il quale si attiva subito.Il racconto si ingarbuglia  quando Mrs Bennet viene uccisa come nell'incubo e l'assassino ruba i suoi gioielli che valgono centomila dollari. Entrano in scena un simpaticissimo ispettore, un atletico investigatore delle assicurazioni, un ricettatore  e un uomo del  Monte di Pietà. La narrazione è confusa, molte situazioni non si spiegano e non si concatenano con altre, gli intermezzi divertenti spezzano la suspense e nemmeno la sequenza finale fa correre un brivido allo spettatore un po' sconcertato.La fotografia è ottima con i suoi bianchi e neri,gli attori ci mettono il loro talento,ma il regista non sa fare il suo mestiere.
Per cinefili incalliti


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