venerdì 24 gennaio 2020

"Autunno tedesco"("Tysk Host"-1947)di Stig Dagerman-Iperborea,2018
Giuseppina La ciura

Stig Dagerman era molto stimato tra i giovani scrittori svedesi quando il Direttore dell'Espressen gli affidò il compito  di trasferirsi in Germania per scrivere dei reportage sulle condizioni di quel Paese dopo la sconfitta e il crollo del III Reich -che Hitler sognava millenario-. Questi reportage furono raccolti successivamente in un volume e pubblicato nel 1947 con il titolo " Autunno tedesco".L'autunno in questione è quello del 1946.Dagerman, che era un anarchico e sposato con una Gotze, si muove senza preconcetti tra le macerie di una Germania distrutta. Egli l'attraversa da Nord a Sud,da Ovest ed Est, parla con la gente, la vede vivere o meglio sopravvivere con grande coraggio e dignità. Ad eccezione dei villaggi e della Baviera(meno Monaco in parte) tutte le grandi e medie città tedesche sono un ammasso di macerie.
I sopravvissuti all'orda rossa( quasi tutte le donne tedesche considerate trofei di guerra furono stuprate dai russi),alle  espulsioni di massa dall'Est,ai bombardamenti degli alleati(specie degli Inglesi), alle malattie,alla fame vivono disperati nelle cantine  allagate di palazzi ed uffici rasi al suolo, nelle stazioni ferroviarie, nelle carrozze distrutte. Il loro principale problema è trovare cibo(patate)da mettere sotto i denti e una stufa con cui riscaldarsi in quell'autunno gelido. Per gli Alleati i problemi non sono legati alle condizioni di autentica sofferenza degli sconfitti, ma al ritorno della Democrazia( e si "inventano "ridicole elezioni come hanno fatto poi in Iraq ed Afganistan)e la Denazificazione. Si tratta di una patetica messinscena: vengono "processati" e condannati piccoli personaggi, mentre i pesci grossi come l'ignobile Mengele vengono fatti fuggire in Argentina e gli scienziati con Von Braun finiscono in USA. D'altronde, i Tedeschi non si sentivano colpevoli. Avevano fatto una guerra in cui tutti gli orrori erano giustificati per arrivare alla vittoria. Quanto ai "Liberatori" essi non erano meno colpevoli di loro, con la sola differenza: avevano vinto. I loro crimini sono stati cancellati, dimenticati. 
Della Shoah non parlava  nessuno né i Tedeschi né gli Alleati..  
    

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