domenica 8 dicembre 2019

"Il mistero di sir John Claverton di John Rhode I Classici del GM ,2007
Giuseppina La Ciura


John Rhode,uno dei due pseudonimi usati da Cecil John Charles Street(1884-1965),è stato un romanziere molto prolifico-più di 140 romanzi-e molto letto nel mondo anglosassone,specie nei favolosi Anni Trenta.Da noi,lo è stato molto meno.Un suo solo poliziesco(e non uno dei migliori) è,infatti,tra i 266 della mitica collana delle Palmine- si tratta di "La pietra azzurra"("Death on the board", 1937)-,mente il suo capolavoro "I delitti di Praed Street"( che nel Maggio 2002 ha aperto la collana de "I Bassotti")apparve per i tipi di una modesta casa editrice di Milano.Nel 2007 Mondadori ha pubblicato,tra gli altri, per l'ottima traduzione di Mauro Boncompagni, "The Claverton Mystery"(1933)che da noi è divenuto "Il Mistero di sir John Claverton"
Se l'impianto narrativo non si discosta da quello caro all'autore che, essendo stato militare nella vita,è abile stratega nel pianificare a tavolino storie poliziesche dall'incastro perfetto,il romanzo si distingue per una significativa ed accattivante novità. Contravvenendo,infatti, alla regola non scritta del poliziesco di ascendenza holmesiana secondo cui" il gioco" si deve svolgere tra due intelligenze(non contando quella del lettore), ovvero quella del détective e quella dell'assassino,in questo romanzo,l'autore pone ai due capi dell'ipotetica scacchiera*il détective ...e la vittima(L'assassino è una figura scialba e viene liquidato con un "A tempo debito..subì la pena per il suo crimine"). Da una parte, quindi, il dottor Lancelot Priestley e ,dall'altra,il suo amico e collega sir John Claverton. La posta in gioco è assai complessa(psicologica,sociale,affettiva,persino melò),sempre tipicamente vittoriana.
A fare la prima mossa è la vittima,sir John Claverton,che,con la posta del mattino,fa pervenire al dottor Priesley un bigliettino che nasconde una pressante richiesta d'aiuto.
Il dottor Priestley, 57enne, matematico in pensione,vedovo castissimo,una vita da recluso nell'elegante dimora di Westbourne Terrace ed una passione divorante per i casi polizieschi più complessi da risolvere stando in poltrona tra gli amati libri**(in questo è insieme con il coevo dottor Thondyke il più classico dei détective della Golden Age)accorre subito
Anche sir John Claverton è stato brillante matematico nelle Midlands,è scapolo di ferro, ricco-ma molto avaro-e vive tra i suoi libri. Ma al dottor Priestley la dimora dell'amico in Beaumaris Place,in un quartiere in continua trasformazione, appare,in quel pomeriggio autunnale, lugubre e gelida; quasi offensiva l'accoglienza dei parenti,tipi strani specie la sorella,nota spiritista.
Sir John lo riceve nella biblioteca.Appare sofferente,inquieto, ambiguo. Vorrebbe confidargli qualcosa della massima importanza, ma non ne trova il coraggio.Tace. L'arrivo del dottor Oldland interrompe il difficile colloquio. I due amici si danno appuntamento per il lunedì successivo.La domenica mattina,improvvisamente, sir John muore.Il dottor Priestley sospetta che sia stato assassinato con l'arsenico-il dottor Oldland gli ha confidato che c'era stato, alcune settimane prima, un tentativo non riuscito di avvelenamento con quel tipo di veleno allora molto in voga-ma il celebre patologo Faversham non ne trova traccia,Quindi,il verdetto è di morte naturale.Il caso è archiviato. Alla lettura del testamento si scopre però che l'erede è una certa Mary Archer...C'è dunque un mistero nella vita dell'integerrimo baronetto.Il dottor Priestley si trova davanti ad una difficile scelta:la necessità di salvaguardare la privacy dell'amico e/o l'imperativo morale di assicurarne l'assassino alla Giustizia.
E così,per una volta, il dottore non si avvarrà dell'apporto dell'ispettore Hanslet e del fido segretario Harold Merefield ed indagherà da solo. Con tatto,con discrezione e sensibilità,vincerà la doppia sfida, riuscendo a tenere celata una di quelle verità che un gentleman non può rivelare(Ma è davvero così scandaloso far sapere che anche i baronetti hanno un cuore?....)

* " Per lui l'indagine poliziesca non era né più né meno di una partita a scacchi.Le pedine della scacchiera gli suscitavano un interesse passeggero" Opera citata pag 51
**Ibidem pag 59

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